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Una distesa di stelle di Natale (grazie alla geotermia)

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Succede a Radicondoli dove una serra è interamente riscaldata con il calore della terra, con una riduzione dell’inquinamento e risparmio energetico

Fonte: Corriere Fiorentino.it

Autore: Riccardo Mostardini

Una serra estesa come quattro campi di calcio, ricolma di stelle di Natale, piante di basilico e geranio. Interamente riscaldata grazie al calore della terra, con ridotto inquinamento e un risparmio fino al 70% rispetto all’uso di combustibili fossili. Succede a Radicondoli (Siena), cuore del distretto geotermico toscano: la cooperativa Parvus Flos, dedicata al reinserimento di persone con disagio psicologico e sociale, occupa oltre 30 persone nella produzione di piante decorative o alimentari. Il calore necessario al riscaldamento della serra arriva con chilometri di tubi collegati alle vicine centrali geotermiche, e anche l’energia elettrica è prodotta con fonti pulite attraverso l’uso di pannelli fotovoltaici.

L’uso diretto del calore («teleriscaldamento») è l’attuale frontiera della geotermia Toscana: la produzione di elettricità, cioè l’uso tradizionale che fornisce il 26% di tutta l’elettricità consumata in regione, ha raggiunto un livello tecnologico tale da rendere superflue molte figure professionali richieste in passato. Negli ultimi anni, di conseguenza, sono state incentivate altre forme di sfruttamento del calore della terra, come appunto il suo uso diretto per rifornire realtà produttive (non solo serre: aziende agricole, allevamenti, cantine) o riscaldare abitazioni: «stiamo completando il teleriscaldamento in tutti i comuni dell’area geotermica: è in corso l’allacciamento di Montieri (Gr), e sono in fase avanzata i progetti per Chiusdino e Radicondoli nel senese», spiega Sergio Chiacchella, presidente di Cosvig, il consorzio pubblico per lo sviluppo dell’energia della terra.

«L’uso diretto del calore, rispetto alla sola produzione di elettricità – aggiunge – aumenta le ricadute occupazionali, e quindi migliora l’accettabilità sociale della geotermia nel territorio, grazie ad un utilizzo completo della risorsa». In termini ambientali, l’uso della geotermia comporta ridotte emissioni di CO2 e di inquinanti chimici rispetto all’utilizzo di energie fossili. La tecnologia comunque non è esente da impatti di tipo paesaggistico, sia per le centrali sia per i km di tubature esterne che percorrono i boschi circostanti. Inoltre, anche se negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi avanti, in passato sono stati registrati significativi inquinamenti legati a impianti obsoleti o malfunzionanti. Ecco perché, in zona peraltro storicamente disagiata in termini di lavoro, acquista importanza dare alle popolazioni residenti, che pagano il prezzo della vicinanza degli impianti, tutti i vantaggi associati alla risorsa e ai suoi potenziali utilizzi.

E il vantaggio principale è, ricorda l’esperto, il costo contenuto dell’energia termica (cioè del calore, che è trasmesso a distanza col vapore che scorre nei tubi): «ciò è reso possibile dagli incentivi per le energie pulite: Enel vende il vapore a prezzi concordati con la Regione, e con gli sgravi fiscali il privato risparmia fino al 70%». Energia a prezzi stracciati, quindi, ma disponibile solo per case e imprese situate nei primi chilometri circostanti l’area geotermica. «Il trasferimento di calore è efficiente solo per distanze limitate», sottolinea Chiacchella, «ma esiste anche una geotermia sfruttabile fuori dalle aree tradizionali: è la tecnologia a “bassa-media entalpia”, già usata in scuole, aziende, abitazioni» e che non necessita di molto calore nel terreno, perché agisce grazie alla differenza di temperatura con l’aria esterna. «Questa tecnologia – conclude – è la frontiera più ampia della geotermia, e qui si gioca la principale scommessa del suo sviluppo nei prossimi anni».