Recentemente il CoSviG, il Consorzio per lo Sviluppo delle aree Geotermiche, ha organizzato un workshop nell’ambito del progetto europeo Geo-Dh,Geothermal District Heating, che ha scopo il superamento di tutte le barriere amministrative e finanziarie che ostacolano lo sviluppo dei teleriscaldamenti geotermici.
Il teleriscaldamento, infatti, è un modo molto interessante, per il quale vengono utilizzati direttamente i fluidi geotermici a bassa temperatura (80-100°C) come vettori riscaldanti. Il principio di funzionamento su cui si basa questo sistema, consiste nell’utilizzare il fluido geotermico per scaldare in maniera diretta, tramite degli scambiatori di calore, l’acqua circolante nei corpi scaldanti (radiatori, termoconvettori o pannelli radianti) dell’impianto di riscaldamento negli edifici civili.
Il teleriscaldamento, oltre che far risparmiare per l’acquisto di combustibili fossili, come gas e carbone, abbatte in maniera decisa l’inquinamento atmosferico. In molti Paesi del Nord Europa, come i Paesi Bassi, il Regno Unito, l’Irlanda e la Danimarca, l’uso della geotermia per questo tipo di riscaldamento ha cominciato, da qualche anno a questa parte, ad avere una certa importanza, nonostante questi territori possano contare su risorse estremamente minori rispetto a quelle italiane.
La sfida che il nostro Paese sta lanciando è quella della semplificazione delle procedure burocratiche per gli operatori, proporre nuovi metodi di finanziamento, migliorare la formazione dei tecnici e sensibilizzare i legislatori a varare delle linee guida, che rendano meno gravoso l’utilizzo di fonti di energia geotermica per il riscaldamento e il rinfrescamento.