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Rapporto fonti rinnovabili 2010 di Enea: bene l’Europa, Italia in ritardo

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In dieci anni è cresciuta del 54% la capacità installata per la produzione elettrica da energie rinnovabili in Europa mentre in Italia, invece, a parte alcune fonti che hanno raggiunto sviluppi molto incoraggianti il settore è ancora in ritardo con gli obiettivi assunti in ambito comunitario

Fonte: GeotermiaNews.it

Autore: Redazione

Per le energie rinnovabili l’Europa è avanti ma l’Italia è ancora in ritardo, specialmente su alcune fonti. E’ quanto emerge dal “Rapporto fonti rinnovabili 2010” elaborato dall’Enea. In dieci anni la capacità installata per la produzione elettrica da energie rinnovabili in Europa è , infatti, salita del 54%, con una copertura nel 2008 pari al 16,4% del totale. In Italia, invece, mentre alcune fonti hanno raggiunto sviluppi molto incoraggianti grazie anche all’elevata remunerazione del sistema incentivante, in generale il settore è ancora in ritardo con gli obiettivi assunti in ambito comunitario.

Un quadro che collima con quello descritto recentemente nel rapporto pubblicato da Istat sul sistema energetico italiano, in cui emerge che sono ancora molti i passi da compiere per raggiungere l’obiettivo del 17% di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo, così come previsto dallo schema europeo del 20-20-20.

Nel settore fotovoltaico la nuova capacità installata nel solo 2009 (574 MWp) è stata largamente superiore a quella cumulata complessivamente fino all’anno precedente (458 MWp), facendo superare la soglia di 1 GWp. Quanto all’eolico, l’Italia risulta il terzo paese in Europa nel 2009, sia per nuova potenza installata (1.113 MW) che per potenza cumulata (4.850 MW).

Per quanto riguarda la generazione idroelettrica, che rappresenta circa il 70% della produzione rinnovabile nazionale, il 2008 è stato un anno di ripresa: dopo il picco negativo nel 2007, la produzione è tornata a crescere (+27%) fino a 41,6 TWh, ma resta comunque al di sotto del livello del 2001 (46,8 TWh).

La generazione geotermica, seconda per importanza nel contributo nazionale con 5,5 TWh, è risultata sostanzialmente stabile mentre la generazione da biomassa (in cui viene contabilizzata anche la quota di rifiuti non biodegradabili oltre a legna, biogas) ha registrato una crescita limitata, pari 0,5 TWh, tra le più basse degli ultimi anni.

I dati mostrano una forte crescita (+141%) della produzione elettrica da rinnovabili nelle regioni meridionali che porta ad un aumento del peso nella produzione nazionale dall8 al 17%. Rilevante, per le regioni settentrionali, la diminuzione del peso nella produzione nazionale che passa da circa tre quarti a due terzi. Relativamente stabile la produzione e il ruolo delle regioni del Centro, dove l’aumento della produzione geotermoelettrica in Toscana ha controbilanciato la riduzione dell’idroelettrico nell’area.

 

La corsa alle rinnovabili è cominciata quindi anche per l’Italia, ma la strada da percorrere è ancora lunga e il nostro Paese è ancora ben lontano dallo sfruttare il potenziale disponibile sia per il sole che per il vento, per le biomasse come per la geotermia.

Ed è solo con una forte diffusione delle tecnologie esistenti e con l’introduzione accelerata di quelle ancora in fase di sviluppo che si potrà colmare il gap. Quello che serve, secondo l’Enea, è un percorso di accelerazione tecnologica che consentirà nel lungo periodo (2040) di dimezzare le emissioni di CO2 rispetto ai livelli del 2005 e già nel medio periodo (2020) quasi un quarto dell’abbattimento totale sarà possibile grazie alle rinnovabili, in particolare biocombustibili e rinnovabili elettriche.

L’Italia, sottolinea l’Enea, presenta ancora un forte ritardo nell’adeguamento della propria capacità produttiva, che ha generato negli ultimi anni un aumento delle importazioni di quasi il 50% rispetto al 12% dell’UE.

Per superare questa fase di dipendenza energetica sarà allora fondamentale sviluppare le capacità e le competenze presenti nel tessuto industriale italiano, orientandole verso investimenti innovativi in grado di recuperare una leadership tecnologica e migliorare il nostro posizionamento strategico in segmenti di mercato emergenti, a diversi livelli di maturità tecnologica.

E a queste potenzialità vanno poi associate le opportunità di investimento nel settore delle infrastrutture di trasporto e distribuzione dell’energia, dal cui sviluppo dipende un’ampia diffusione delle rinnovabili, e che necessita di investimenti per lo sviluppo di sistemi per la gestione “intelligente” dei flussi d’energia (le cosiddette smart grid).