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Mossi&Ghisolfi Da Vercelli il bioetanolo di seconda generazione

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Mossi & Ghisolfi di Crescentino, in provincia di Vercelli, leader nella chimica verde e nella produzione di bioetanolo: a fine 2012 sarà infatti attivata la linea per produrre 40mila tonnellate l’anno di bioetanolo partendo dall’Arundo donx, la canna comune.

Fonte: Il Sole24ore

Autore: La.Ge.

L’eco-canna nel motore. Si può sintetizzare così la parabola degli stabilimenti Mossi & Ghisolfi di Crescentino, in provincia di Vercelli, leader nella chimica verde e nella produzione di bioetanolo. A fine 2012, dopo un lustro di sperimentazione, sarà infatti attivata la linea per produrre 40mila tonnellate l’anno di bioetanolo partendo dall’Arundo donx, la canna comune. Un impianto modello sia per le dimensioni che per la materia prima scelta. Quello di Crescentino sarà il primo stabilimento al mondo a produrre su scala industriale bioetanolo di seconda generazione, ovvero bioetanolo che non deriva da colture alimentari, come il mais, cereali o frumento, bensì da biomassa lignocellulosica. Se il bioetanolo offre il doppio vantaggio di non entrare in concorrenza con le finalità alimentari del settore primario e di non interferire sull’andamento dei prezzi delle commodities, la scelta di produrre bioetanolo a partire dalla canna dolce offre un terzo beneficio: non sottrae superfici all’agricoltura. La canna comune, infatti, cresce sul limitare dei campi coltivati, sugli argini dei fiumi e sulle dune, e in condizioni ideali può crescere dai sei ai dieci metri l’anno. Il gruppo Mossi & Ghisolfi è il 2° gruppo chimico italiano, tra i maggiori produttori di Pet al mondo (dal gruppo arriva il 13% circa del Pet usato nel mondo), leader nelle tecnologie, con più di venti siti tra centri di ricerca e impianti produttivi su quattro continenti, 2.300 addetti e un fatturato sopra i 2 miliardi di euro. Come spiega Vittorio Ghisolfi, fondatore dell’azienda, per raggiungere il primato hanno deciso di puntare su conversione verde e rinnovabili già da diversi anni: «Dal 2005 abbiamo spostato la ricerca sulle fonti rinnovabili: nella convinzione che le materie prime per fare il poliestere possono tranquillamente essere ricavate dalle biomasse cellulosiche». Proprio l’innovazione, d’altra parte, è stata la cifra distintiva dell’azienda sin dalla sua fondazione, nel 1953. Quando la principale attività dell’impresa, con base a Tortona (Al), era la trasformazione di materie plastiche e la produzione di imballaggi. Con giusta intuizione Ghisolfi, negli anni Sessanta, sposterà l’attività del gruppo verso la produzione, scegliendo di puntare sul Pet. Negli anni ’70 il percorso è proseguito con l’acquisizione di "cervelli" provenienti dalla Montedison, combinazione che ha consentito ulteriori salti in avanti. Complice l’acquisizione della Chemtex, specializzata nel campo dell’ingegnerizzazione di tecnologie e realizzazione d’impianti, il gruppo M&G si è avvantaggiato anche di importanti innovazioni di processo. E oggi, grazie a un programma di ricerca quinquennale da 120 milioni si arriva infine all’etanolo da lignocellulosica, progetto in partenariato con Politecnico e Università di Torino, Università di Genova, Enea, Cra, Crear e Regione Piemonte.