Per il 34% degli italiani questa fonte rinnovabile può dare “il migliore contributo ad una vasta produzione di energia, ossia fornire tutta l’energia necessaria col minore impatto negativo su ambiente e la società”
In occasione della conferenza L’ora delle scelte – Le opportunità economiche tra PNRR e transizione energetica, nel corso del recente XIV Forum nazionale QualEnergia, Legambiente e IPSOS hanno mostrato i risultati dell’indagine Gli italiani e l’energia che documenta un’accresciuta – per quanto ancora molto parziale – consapevolezza sulle potenzialità della geotermia nel nostro Paese.
Tramite un migliaio d’interviste, IPSOS ha interpellato gli italiani in primis sulle possibili motivazioni dietro all’attuale rincaro delle bollette: il 47% degli intervistati ritiene che quest’ultimo sia da attribuire ai Paesi produttori di combustibili fossili e alle logiche geo-politiche correlate; il 37% imputa gli aumenti a una tardiva presa di coscienza del problema e al ritardo negli investimenti sulle fonti rinnovabili; appena il 16%, invece, ritiene che il rincaro sia dovuto a una transizione ecologica costosa.
Più in generale, 8 italiani su 10 si dicono familiari con il concetto di sostenibilità.
In crescita, rispetto allo scorso anno, quanti dichiarano un buon livello di conoscenza delle energie rinnovabili (il 62%, contro il 55% del 2020), sebbene meno del 10% sostenga di possedere un elevato grado di familiarità con il tema.
«Tra le fonti rinnovabili – sottolineano da Legambiente – il 77% della popolazione ritiene quella solare la più adatta alla produzione di energia su vasta scala, anche se è in crescita l’attenzione all’eolico off-shore e alla geotermia».
Questa la domanda rivolta al campione intervistato: Se pensi alle fonti di energie rinnovabili, quale ritieni possa dare il migliore contributo ad una vasta produzione di energia, ossia fornire tutta l’energia necessaria col minore impatto negativo su ambiente e la società? Indichi i primi 3, in ordine.
Il 34% ha indicato l’energia geotermica (anche se solo il 9% come prima citazione), un dato in crescita rispetto al 28% registrato un anno fa.
Si tratta di un sensibile miglioramento rispetto alla tradizionale mancanza di conoscenza da parte del grande pubblico in merito alla geotermia, che paradossalmente non si riscontra in Paesi dal sottosuolo molto meno “caldo” rispetto a quello italiano, come Francia o Finlandia.
Il divario tra la geotermia e le fonti rinnovabili più note, su tutte il fotovoltaico (77%), resta comunque molto ampio considerando che l’Italia è il Paese che – oltre due secoli fa – ha dato i natali alle tecnologie geotermiche, e che ancora oggi ospita in Toscana un parco impianti geotermoelettrico tra i più innovativi e sostenibili del pianeta, suggerendo l’opportunità di investimenti in buona informazione e comunicazione ambientale, che sappiano spiegare correttamente ai cittadini vantaggi e impatti della coltivazione geotermica.
«La promozione della geotermia per uno sviluppo davvero sostenibile è un processo articolato e laborioso – ha spiegato recentemente nel merito il neo-presidente dell’Unione Geotermica Italiana, Bruno Della Vedova –, che richiede il coordinamento e la collaborazione di diversi settori: strategia di sviluppo, investimenti e incentivi, sostenibilità e monitoraggio impatti, coinvolgimento e inclusione del territorio, formazione scientifica e professionale. In questo processo l’informazione seria e la comunicazione giocano un ruolo fondamentale per aumentare la conoscenza e la consapevolezza dei cittadini».