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Geotermia, Camera e Governo aprono alla proroga delle concessioni toscane

Nell’odg approvato dall’Aula i contributi di Regione Toscana, Comuni geotermici e CoSviG. Sani (PD): «Fondamentale che l'esecutivo superi l’atteggiamento meramente amministrativo e burocratico che ha dimostrato fino ad ora sul tema della geotermia»

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Nell’odg approvato dall’Aula i contributi di Regione Toscana, Comuni geotermici e CoSviG. Sani (PD): «Fondamentale che l’esecutivo superi l’atteggiamento meramente amministrativo e burocratico che ha dimostrato fino ad ora sul tema della geotermia»


Durante l’esame degli ordini del giorno presentati alla Camera nell’ambito della Conversione in legge del decreto Energia (A.C. 3495-A/ R), che ieri ha avuto il via libera dell’Aula proseguendo così l’iter in Senato, sono state introdotte rilevanti novità per la proroga delle concessioni geotermiche in scadenza in Toscana al 2024.

Dall’aula di Montecitorio è stato infatti approvato l’ordine del giorno 9/3495-AR/31 – sottoscritto dai deputati del PD Luca Sani, Martina Nardi, Susanna Cenni, Lucia Ciampi, Chiara Braga ed Alessia Morani –, accolto dal Governo come raccomandazione.

Con questo ordine del giorno la Camera impegna il Governo «ad inserire nel primo provvedimento utile norme che proroghino le concessioni geotermiche in essere, vincolando la proroga a determinate condizioni che coniughino l’interesse nazionale allo sviluppo delle comunità locali che si fanno carico della presenza degli impianti; prevedendo quindi che: l’attuale concessionario presenti un piano di investimenti finalizzati all’efficientamento impiantistico ed all’abbattimento degli impatti ambientali e paesaggistici; il concessionario concordi con regioni ed enti locali interessati un piano di sviluppo locale, contenente anche misure di carattere non meramente patrimoniale, correlato al valore della concessione e della produzione; per quanto concerne i nuovi impianti l’autorizzazione sia correlata di uno specifico piano di sviluppo sostenibile del territorio, concordato fra concessionario, regioni ed enti locali interessati il quale dettagli gli impegni del concessionario e le previste ricadute socio-economiche, ambientali ed occupazionali dirette ed indirette; al fine di preservare la competitività del sistema economico a fronte dei rincari dei costi energetico, una quota della produzione energetica sia destinata, a prezzi calmierati, alle attività produttive energivore delle province o delle regioni interessate».

Come spiega Sani, questo ordine del giorno «raccoglie una indicazione precisa del Governo, che nel corso della discussione parlamentare del decreto Energia ha manifestato la volontà di intervenire su queste tematiche; è infatti fondamentale che l’esecutivo superi l’atteggiamento meramente amministrativo e burocratico che ha dimostrato fin ad ora sul tema della geotermia».

Si tratta di una posizione maturata sul tema a valle delle proposte e degli approfondimenti elaborati da parte delle istituzioni locali, dai Comuni geotermici alla Regione Toscana al CoSviG, come argomenta la premessa in ordine del giorno.

Basandosi sulle più aggiornate evidenze condivise nella comunità scientifica, qui si spiega infatti che “quella «geotermica» è una forma di energia naturale che trova origine dal calore della terra e, tra le energie rinnovabili, ha un valore aggiunto che condivide soltanto con l’idroelettrico: la continuità della produzione”.

Si sottolinea inoltre che dopo “oltre dieci anni di ricerche, è stata l’indagine «InVetta» a escludere correlazioni tra emissioni geotermiche e aspetti sanitari”, con la direttrice di ARS Toscana, Lucia Turco, ad illustrare gli esiti dell’indagine epidemiologica che ha coinvolto 2 mila persone; come sottolinea l’ordine del giorno approvato dalla Camera e accolto dal Governo, da InVetta “non è emersa nessuna associazione con malattie cardiocircolatorie, tumori, altre malattie croniche come il diabete o la tiroide. L’unica associazione significativa è con l’ipertensione ma sono in corso ulteriori approfondimenti”.

Viste anche le evidenze scientifiche maturate sul tema, gli enti locali “tramite ANCI, hanno da tempo rimarcato la necessità di preservare e incrementare la produzione da fonte rinnovabile geotermica attraverso un intervento normativo volto a prorogare le concessioni in essere, vincolando la proroga a determinate condizioni che coniughino l’interesse nazionale allo sviluppo delle comunità locali che si fanno carico della presenza degli impianti”.

In questa direzione, continua l’ordine del giorno, “va segnalato che secondo il CoSviG (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche) qualora le attuali concessioni venissero rinnovate a Enel Green Power (attuale gestore) «avremmo la possibilità di avere altre 4 centrali da 40 megawatt ciascuna, e il costo dell’energia sarebbe un quarto di quello che arriva da altre fonti. Il gestore attuale delle centrali geotermiche di questa parte della Toscana, assicura che in 10 anni, con un investimento di 3 miliardi di euro, la regione potrebbe avere il 70 per cento del proprio fabbisogno energetico coperto dai vapori e dalle turbine delle fonti geotermiche»”.

Considerato che del proprio nel decreto Energia in fase d’esame parlamentare “sono presenti norme per incentivare la produzione di energia da risorsa geotermica”, e che “rispetto alle problematiche sopracitate veicolate dall’ANCI il Governo, pur invitando al ritiro gli emendamenti presentati, non ha comunque precluso futuri interventi per il settore”, l’ordine del giorno presentato è stato accolto.

Contestualmente, nel corso della stessa seduta parlamentare, è stato approvato dalla Camera e accolto dal Governo con parere favorevole anche l’ordine del giorno 9/3495-AR/116 presentato a prima firma del deputato Edoardo Ziello (Lega), che guarda allo sviluppo della geotermia soprattutto per quanto riguarda la coltivazione delle risorse a media entalpia.

Nel testo approvato, la Camera “impegna il Governo ad adottare tutte le opportune iniziative per lo sviluppo della geotermia in Italia, privilegiando e semplificando l’utilizzo delle innovazioni tecnologiche più avanzate, senza emissioni in atmosfera e ad impatto zero, e fornendo un contributo di grande valore alla produzione di energia da fonti rinnovabili, anche utilizzando il know-how sviluppato dal notevolissimo tessuto di aziende hi-tech della provincia di Pisa e di tutta la regione Toscana”.