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La Regione Toscana frena la geotermia sostenibile

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Non sono servite le proteste degli investitori geotermici e delle associazioni che promuovono la geotermia sostenibile: in nome della tutela del territorio, la Regione Toscana ha deciso di mettere un freno alle centrali che sfruttano il calore del sottosuolo e di sospendere, per sei mesi, il rilascio di permessi di ricerca per la realizzazione di pozzi esplorativi.

Fonte: Il Sole 24 Ore

Autore: Silvia Pieraccini

Limitando anche, per il futuro, il numero massimo di pozzi e la loro distribuzione sui territori. La proposta di legge (“Disposizioni urgenti in materia di geotermia”), messa a punto dalla Giunta, è già stata approvata, a maggioranza, dalle commissioni consiliari Sviluppo economico e Territorio e ambiente, riunite in seduta comune, e avrà l’ultimo via libera domani, 10 febbraio, nell’aula del Consiglio regionale. Il limite ai permessi di ricerca – 31 sono le autorizzazioni rilasciate d’intesa col ministero dello Sviluppo economico, che ora verranno sospese – è spiegato dalla Regione con l’obiettivo di «evitare rischi per la sostenibilità ambientale e socioeconomica dei territori interessati».
Secondo la Giunta, infatti, il numero dei permessi di ricerca richiesti appare «potenzialmente superiore a quello necessario per il perseguimento dell’obiettivo del Burden sharing regionale» anche in considerazione del «consistente aumento dovuto alla liberalizzazione dell’attività geotermica» stabilito con decreto legislativo del 2010. Dunque per sei mesi sono sospesi i procedimenti per il rilascio dei permessi di ricerca, le relative proroghe, gli atti di assenso per la realizzazione dei pozzi esplorativi.
La geotermia, fonte energetica caratteristica della Toscana che dà il 26% del fabbisogno elettrico regionale e l’80% dell’energia rinnovabile prodotta (5.592 GWh nel 2014), è al 99% in mano a Enel Green Power, leader nelle centrali (34) ad alta entalpia. Ma negli ultimi tempi un gruppo di aziende riunite nella Rete Geotermica, titolari di know how, permessi di ricerca e capacità tecnologico-produttive, ha cominciato a fare sondaggi esplorativi con l’obiettivo di costruire impianti a ciclo combinato chiuso, senza emissioni in atmosfera, puntando sulla geotermia a media entalpia (temperatura del fluido tra 90 e 150 gradi). Proprio con la Rete Geotermica il presidente toscano, Enrico Rossi, aveva firmato un protocollo l’anno scorso impegnandosi a coordinare gli altri enti pubblici delle zone interessate dai progetti di ricerca per valorizzare le risorse geotermiche regionali.
Il traguardo della Rete Geotermica avrebbe dovuto essere la costruzione di un impianto-pilota da 5 megawatt, che richiedere un investimento vicino a 30 milioni di euro, in una location individuata sulla base delle perforazioni fatte e del fluido trovato. Un obiettivo atteso entro il 2015, e ora rinviato sine die. Tutto questo mentre l’associazione Giga e il coordinamento nazionale Free che si occupa di geotermia sostenibile lanciano un appello alle forze politiche toscane e nazionali per fermare la moratoria di sei mesi definita “pura schizofrenia legislativa” e una “beffa verso le imprese che hanno presentato i permessi di ricerca”.