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Eolico ad alta quota, per l’ENEA costi minori sopra i 500 m.

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Prosegue la discussione della risoluzione riguardante le iniziative a favore del riconoscimento del vento troposferico quale fonte di energia rinnovabile.
Dall’Audizione del dott. Giacomo Arsuffi alla Camera.

Fonte: rinnovabili.it

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L’eolico ad alta quota possiede un potenziale energetico sostenibile ancora tutto da esplorare. Soprattutto in Italia dove il vento troposferico non trova l’attenzione e l’impegno oggi riservato altre fonti rinnovabili. Eppure il suo sfruttamento “sembra promettente” dal momento che “il vento d’alta quota è più forte e costante” e con un incremento del 10% della sua velocità si potrebbe ottenere “un 33% di energia in più, riducendo il costo dell’energia da fonte eolica, fino quasi a un terzo del costo per MWh degli impianti eolici a torre”. A fornire questi dati è Giacomo Arsuffi, responsabile del settore eolico dell’Enea, in occasione di un’audizione in commissione Attività Produttive della Camera. Il contesto della convocazione è quello disegnato dalla discussione della risoluzione n. 7-00281 Della Valle (M5S) riguardante le iniziative a favore del riconoscimento del vento troposferico quale fonte di energia rinnovabile. Presentato alla Camera lo scorso 13 novembre 2014, il testo chiede al governo di impegnarsi non solo ad assumere iniziative per tale riconoscimento, ma anche di agevolare l’accesso al credito per gli investimenti, ridimensionando la quota di imponibile sul credito di imposta per attività di ricerca e sviluppo.

 

D’altra parte, si legge nella risoluzione, non esistono significative limitazioni per ciò che concerne l’installazione di impianti per lo sfruttamento dell’eolico ad alta quota, sia on-shore che off-shore e realizzare centrali elettriche da vento troposferico comporterebbe solo un trascurabile impatto ambientale.

L’obiettivo ultimo delle misure che il Governo dovrebbe varare? Lanciare attività imprenditoriali che sviluppino tecnologie per sfruttare il vento troposferico, che oggi come ha ricordato lo stesso Arsuffi durante la recente audizione, sono ancora “nella fase dimostrativa e hanno bisogno di essere supportate con investimenti economici per arrivare sul mercato”. Intanto il primo progetto italiano in questo settore sta prendendo lentamente corpo. E’ di questa estate, infatti, l’annuncio che il primo esemplare di Power Wing, un’ala espressamente progettata per la produzione di energia, è finalmente uscito dai laboratori KiteGen, iniziativa made in Italy per lo sfruttamento dei venti di alta quota.