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Geotermico, dopo l’addio al nucleare il Giappone può scommetterci

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Un Giappone senza centrali nucleari attive indubbiamente è un Giappone più sicuro, ma non necessariamente più pulito.

Fonte: EcoBlog.it

Autore: AlterEco

Come primo risultato dello spegnimento dei reattori, c’è stato infatti un maggior ricorso ai combustibili fossili che come sappiamo hanno un alto impatto ambientale e riducono la qualità dell’aria, esponendo a seri rischi la salute la popolazione.

Ma si tratta di una fase temporanea, volta a superare la scarsità energetica nell’imminenza. Il Giappone punta a medio e lungo termine sulle rinnovabili. Ne è un esempio il progetto del più grande parco fotovoltaico giapponese, di cui vi parlavamo non molto tempo fa.

Altra risorsa rinnovabile e pulita su cui puntare è il geotermico, ancora poco sfruttato in Giappone malgrado le enormi potenzialità. Le isole vulcaniche giapponesi fanno parte dell’Anello di Fuoco (Ring of Fire), un’area altamente sismica ricca di vulcani molto attivi.

Quella che è una posizione sfavorevole per quanto riguarda terremoti ed eruzioni, d’altra parte potrebbe rivelarsi vantaggiosa sotto il profilo della produzione energetica. L’energia geotermica potrebbe infatti garantire qualcosa come 23,47 GW. Ad oggi provengono dal geotermico appena 0,5 GW. Alcune sorgenti di acqua termale si trovano però in resort e parchi protetti, dunque il totale dei siti sfruttabili per la produzione di energia è leggermente più basso.

Secondo le stime il potenziale del geotermico, unito al potenziale del solare (3,5 GW) e dell’eolico (2,5 GW) potrebbe aiutare il Giappone a portare la percentuale di energie rinnovabili prodotte localmente dall’attuale 8% al 25% nei prossimi 18 anni.

Howard Hayden, docente di Fisica alla Connecticut University, è convinto invece che il Giappone tornerà presto al nucleare, perché lo spegnimento dei reattori gli sta costando troppo ed alcune industrie sono state già invitate a ridurre la produzione. James Corbett, editor del Corbett Report, sostiene invece che questo possa essere un nuovo inizio per il Giappone, per utilizzare le tecnologie rinnovabili già disponibili e crearne di nuove, sempre più produttive ed efficienti. Partendo proprio dalla geotermia.