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Intervista. Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana «Ricominciare dall’innovazione»

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MISSIONE A BRUXELLES
Giovedì viene presentato alla Commissione il piano per la ricerca regionale: più intese fra gli atenei e più risorse sulle eccellenze scientifiche

Fonte: Il Sole24ore

Autore: M.Mag.

Ricerca. Innovazione. Infrastrutture, a cominciare dalla banda larga. Sostenibilità, a cominciare dall’efficienza energetica. E, ovviamente, cultura. Per il presidente della Toscana Enrico Rossi, la ricetta per lo sviluppo economico sta in un mix di modernità e tradizione. Ma con una scossa elettrica in più: l’azione.
«Giovedì prossimo – racconta – andremo a Bruxelles per presentare un progetto di potenziamento delle attività di ricerca. In primo luogo, per rivoluzionare il modo in cui i tre atenei di Firenze, Pisa e Siena, più la Normale e il S.Anna di Pisa, dialogano, interagiscono, collaborano»: il nuovo mondo è delle reti – reti di idee e di intelligenze – e l’integrazione fra le plurisecolari università toscane non è più rinviabile. «Ma il piano – aggiunge Rossi, 53 anni, governatore dal 2010 – include anche una focalizzazione in aree di ricerca dove la Toscana già eccelle e dove può fare la differenza, ovviamente anche dialogando di più con le istituzioni scientifiche europee».
Sempre guardando all’Europa, la Toscana punta su un’altra rivoluzione di lungo periodo: la sostenibilità. «Ci siamo candidati, tanto a Roma che a Bruxelles, per agganciare il nuovo settennato di fondi comunitari 2014-2020, nell’ottica degli obiettivi energetici e climatici previsti dalla strategia ambientale europea», che da qui alla fine di questo decennio punta – con la cosiddetta strategia 20-20-20 – a ridurre le emissioni-serra del 20%, ad aumentare del 20% l’efficienza e a un mix energetico dove i biocarburanti pesano per il 20%.
«Intendiamo favorire gli investimenti sul risparmio dell’energia e il taglio delle emissioni», osserva Rossi.
«Questa regione ha le carte in regola per recitare un ruolo nella nascente green economy».
Dopo la tavola rotonda ospitata nella sede della Regione con l’ex presidente della Commissione Europea Romano Prodi e il premio Nobel per l’economia Amartya Sen, il governatore della Toscana osserva che il quadro internazionale – fatalmente determinante anche per l’economia regionale – pur in mezzo a tanti punti interrogativi, ne ha anche di esclamativi. «La scelta di mercato è irrinunciabile e irrevocabile – commenta – ma quest’idea, condivisa da Prodi e da Sen, che non si possa permettere una sorta di limitazione delle democrazia da parte delle istituzioni finanziarie, credo necessiti una seria risposta. Da parte dei cittadini e della "grande" politica», intesa come la politica illuminata che deve rifare l’Europa, nel breve e nel lungo periodo.
A Firenze, Prodi ha rilanciato la sua proposta di usare gli Eurobond tanto per difendere la sovranità economica europea quanto, in parte, per investire in nuove infrastrutture paneuropee al fine di incoraggiare l’occupazione e la crescita. «È una strada per arginare la speculazione – risponde Rossi – ma soprattutto, senza necessariamente aumentare il peso della mano pubblica, per incoraggiare l’emersione di piccole e medie imprese, che in Toscana sono sempre state un elemento di forza». Gli investimenti per una nuova infrastruttura di comunicazioni a banda larga capaci di sostenere lo sviluppo dell’economia digitale, ad esempio, vanno in questo senso.
«Mi sono recentemente incontrato con gli imprenditori di aziende toscane che contanto su più di 50 dipendenti e più di 13 milioni di fatturato», racconta il governatore. «Ed è emerso chiaramento il loro bisogno di servizi innovativi, nonché la necessità di interfacciarsi meglio, e di collaborare, con il sistema universitario», che potrebbe oggettivamente ricevere una nuova spinta, con l’imminente lancio del piano toscano per la ricerca.
Il tessuto sociale della Toscana, ammette il presidente Rossi, «tiene». «Questa regione possiede un alto livello di equità: è sempre ai primi posti nell’eguaglianza sociale, i servizi sono buoni e i livelli di occupazione sono alti. Le scuole funzionano; tramite Fidi Toscana stiamo riuscendo a dare supporto al credito e, dopo la nostra spending review, la spesa sociale non subirà sobbalzi».
Tuttavia, aggiunge Enrico Rossi, 53 anni, presidente della Toscana dal 2010, «questa regione, diciamoci la verità, è abituata a stare bene. E di fronte alla possibilità di regredire, rischia di spaventarsi: la paura, si sa, non è mai buona consigliera».
Enrico Rossi sembra voler tener alta la guardia. Di fronte ai venti di tempesta che minacciano l’euro e la costruzione europea, il governatore della Toscana non cerca l’arrocco, come si faceva da queste parti in tempi lontani. «Dell’Europa – dice – non c’è mai stato così tanto bisogno».
M.Mag.