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Geotermia. Un potenziale tutto da sfruttare

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Intervista a Giancarlo Passaleva, presidente Unione Geotermica Italiana.

Fonte: Energiaspiegata.it

Autore: Energiaspiegata.it

Giancarlo Passaleva è intervenuto al Green City Energy di Pisa, il Primo Forum Italiano sulle città sostenibili, durante il focus "L’energia geotermica per una città rinnovabile".

 
La Toscana gode da un punto di vista geotermico di una forte anomalia termica. È questa la ragione che fa di questa terra il capofila in Italia della produzione geotermica?
Tutta la regione tirrenica centro-meridionale presenta una forte anomalia geotermica, in quanto il flusso termico naturale dal suolo è nettamente superiore (fino a 450 mW/m2 ) rispetto al valor medio in Italia di ca 60 mW/m2, ma la vera ricchezza della Toscana sta nel fatto che ad una profondità tra i 3000 e 4000 m si trovano acquiferi (veri e propri “serbatoi” geotermici) dai quali con opportune perforazioni di pozzi geotermici è possibile estrarre vapore surriscaldato ad alta temperatura e pressione (in particolare nell’area di Larderello e Travale-Radicondoli) o acqua ad alta temperatura e pressione capace di trasformarsi in vapore (in particolare nelle aree dell’Amiata di Piancastagnaio e Bagnore), idonei, quindi, per alimentare gruppi turboalternatori per la produzione di energia elettrica.

È corretto dire che tutto cominciò con lo sfruttamento dei soffioni boraciferi di Larderello, in provincia di Pisa, a partire dall’inizio del XIX secolo?
L’osservazione dei fenomeni naturali (fumarole, lagoni,soffioni) presenti nelle aree suddette fin dall’antichità,e soprattutto la natura chimica dei depositi da essi lasciati sul terreno (in particolare sali di boro) dette luogo dalla prima metà dell’Ottocento fino ai primi del novecento allo sviluppo di una importante industria chimica dedicata specialmente all’estrazione del boro e altri componenti utili per l’ industria farmaceutica. Dai primi del ‘900, prese il via lo sviluppo dell’industria elettrica, che è tuttora la più importante della zona.

Oggi le aree geotermiche delle province di Pisa, Siena e Grosseto alimentano impianti geotermoelettrici, che coprono il 25% del fabbisogno energetico della Toscana. Cosa significa questo concretamente in termini di risparmio energetico?
La produzione geotermoelettrica complessiva (tutta in Toscana) è oggi pari a ca 5,5 miliardi di kWh all’anno e, pensandola sostitutiva di altrettanta energia elettrica prodotta con combustibili fossili, consente di risparmiare ca 1,1 milioni di TEP all’ anno (tonnellate equivalenti di petrolio).

Qual è, secondo i dati a sua disposizione, l’attuale potenziale di crescita e sviluppo dell’energia geotermica in Italia?
Relativamente all’energia elettrica si può ragionevolmente prevedere che al 2020 l’energia
geotermoelettrica possa raggiungere in Italia un valore da 7 a 7,5 miliardi di kWh, corrispondente a quasi il 150 % del valore attuale. Però è importante ricordare che sono di grande rilievo anche gli usi diretti del calore geotermico, per i quali sono sufficienti valori di temperatura molto più bassi, facilmente reperibili in Italia in molte aree anche a modeste profondità : in tal senso è attualmente in atto anche nel nostro Paese un notevole sviluppo di questa risorsa per usi civili e industriali, ma soprattutto per il riscaldamento di edifici, talvolta (in caso di risorsa geotermica con temperatura molto bassa, cioè al di sotto di 30°C), mediante l’impiego di pompe di calore, che hanno una resa termodinamica molto buona. Gli usi diretti del calore geotermico hanno un potenziale di crescita molto superiore a quello dell’energia elettrica, cioè – al 2020 – fino ad almeno 8 volte il valore attuale.

Esistono altre zone della nostra penisola attive in progetti di ricerca in questo senso?
Per quanto riguarda la produzione di energia geotermoelettrica potrebbero essere indagate alcune aree in Lazio, Campania e Sicilia. Per quanto riguarda l’utilizzo della risorsa geotermica di media e bassa temperatura, va ricordato che con temperature minime intorno ai 100°C e oltre (reperibili in varie zone del Paese), si può ancora produrre energia elettrica per mezzo di impianti, cosiddetti “a ciclo binario”, perché utilizzano un fluido intermedio (analogo ai fluidi frigoriferi).Generalmente con questo tipo di impianti si raggiungono peraltro, potenze e produzioni inferiori a quelle degli impianti che utilizzano fluidi ad alta temperatura.
Tuttavia va ricordato che l’ uso diretto del calore geotermico a bassa-media temperatura, in particolare per la climatizzazione degli edifici, è possibile praticamente in tutto il territorio nazionale, con risparmi energetici anche superiori a quelli citati per gli usi elettrici.

Come possono intervenire i governi nazionali e le amministrazioni locali nel favorire lo sviluppo dell’energia geotermica?
Soprattutto con la semplificazione dei regolamenti e, almeno all inizio, con opportuni incentivi o
facilitazioni sul piano fiscale e finanziario.