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Geotermia: i bassi prezzi del petrolio portano incertezza nelle prospettive d’investimento

La pandemia da coronavirus sta imponendo una riorganizzazione del lavoro all’interno della filiera, ma ai dubbi sul futuro si aggiungono quelli legati alle quotazioni dell’oro nero

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La pandemia da coronavirus sta imponendo una riorganizzazione del lavoro all’interno della filiera, ma ai dubbi sul futuro si aggiungono quelli legati alle quotazioni dell’oro nero


La produzione di energia rientra tra i servizi essenziali alla cittadinanza, che non sono stati sospesi neanche durante la pandemia da coronavirus in corso: le 34 centrali geotermoelettriche toscane – che garantiscono elettricità da fonte rinnovabile a 1.120.000 persone, senza contare il pur rilevante apporto in termini di calore – stanno dunque continuando la loro attività nonostante i cambiamenti e le accentuate difficoltà che il comparto geotermico sta scontando in questa fase.

Le misure di distanziamento sociale imposte per il contenimento dell’epidemia stanno però comportando una profonda riorganizzazione del lavoro tra i vari attori della filiera: dopo il focus sul contesto toscano pubblicato su queste pagine, Alexander Richter – Director on the Board dell’International Geothermal Association (IGA) – offre uno sguardo d’insieme su altre realtà che operano a livello nazionale in ambito geotermico.

Sulle pagine di ThinkGeoenergy, diretto da Richter, Paolo Romagnoli di Enel Green Power conferma che l’azienda sta proseguendo le proprie attività necessarie al funzionamento e alla manutenzione delle centrali geotermoelettriche, mentre le perforazioni sono state interrotte e gli uffici chiusi (in favore dello smart working).

Luca Xodo della Steam srl (con sede a Pisa) pone invece l’accento sulle preoccupazioni legate alla durata dell’emergenza coronavirus e al contesto energetico globale: da una parte, infatti, se il coronavirus Sars-Cov-2 continuerà a diffondersi anche nei prossimi mesi, sarà messa a rischio l’intera comunità geotermica globale, dall’altra anche i bassi prezzi raggiunti dal petrolio in questi giorni (arrivati a meno di 20 dollari a barile) mettono a rischio gli investimenti in energie alternative.

D’altro canto – aggiunge Xodo – le energie rinnovabili possono trarre vantaggio da una nuova coscienza ambientale, ora che il coronavirus ha ricordato dolosamente a tutti che anche l’umanità fa parte della natura ed è soggetta alle sue leggi.

Non a caso il direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) sta chiedendo di mettere l’energia pulita al centro dei piani che i Governi di tutto il mondo stanno approntando per affrontare la crisi economica da coronavirus.

Gli strumenti non mancano: come sintetizzato ad esempio da Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale di Enel, dato che i prezzi dei combustibili fossili sono già molto bassi questo è un «momento d’oro: i sussidi alle fonti fossili possono essere tagliati adesso».

Si tratta di circa 400 miliardi di dollari l’anno a livello globale – tra i quali almeno 16 miliardi annui arrivano dall’Italia – che potrebbero essere utilizzati in modo più sostenibile.