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Valli da pesca riscaldate grazie alla geotermia

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Il Comune ha predisposto uno studio per utilizzare l’acqua dai 35 ai 40 gradi trovata in profondità al fine di proteggere gli allevamenti dal gelo

Fonte: Il Piccolo Gelocal.it

Autore: Antonio Boemo

Utilizzare le risorse geotermiche per riscaldare l’acqua delle valli da pesca della laguna di Grado e Marano. È l’obiettivo che si pone un progetto-studio del Comune per mitigare la temperatura dell’acqua all’interno delle “fosse di sverno” (bacini profondi realizzati dall’uomo dove il pesce va a rifugiarsi d’inverno) delle valli da pesca, soprattutto in caso di gelo. Lo studio che il Comune intende realizzare assieme alla Società Cooperativa Shoreline e l’Ogs di Trieste, è quello di verificare la fattibilità di utilizzo della risorsa geotermica già individuata in quest’area geografica. Basta recarsi in qualche casone della laguna gradese per constatare come l’acqua dolce che sgorga da sotto il fondale marino della laguna, trovata ad alcune centinaia di metri di profondità, ha una temperatura superiore ai 30 gradi che perforando ancor di più potrebbe essere più elevata. È pertanto necessario valutare sia le capacità termiche della risorsa geotermica disponibile, sia le possibili soluzioni tecniche per il suo sfruttamento, come attraverso la realizzazione di scambiatori di calore accoppiati a sonde geotermiche che interessano bacini acquiferi posti a profondità comprese tra 250 e 300 metri.

«In base ai dati disponibili – dice l’assessore all’Ambiente, Emiliano Gordini – l’acqua può raggiungere temperature comprese tra 35 e 40 gradi centigradi». Il progetto prevede anche l’installazione di un sistema pozzo-scambiatore pilota da realizzare in una valle produttiva di proprietà del Comune, attualmente in concessione a operatori della pesca locale. Il progetto prevede inoltre l’intervento diretto dei concessionari della valle che, dice Gordini, «avranno l’indubbio vantaggio di fruire di tale sistema, a costo zero, per tutta la durata della sperimentazione, e alla fine della stessa sperimentazione avranno l’unico onere della manutenzione ordinaria. Si vuole altresì sviluppare – aggiunge l’assessore – un sistema di controllo automatico per l’attivazione del sistema di scambio del calore in funzione delle variazioni delle temperature dell’ambiente circostante sfruttando le conoscenze ed esperienze gestionali maturate dai vallicoltori gradesi». Dunque ancora al centro dell’attenzione la vallicoltura che soffre indubbiamente molto, non solo a causa dei continui “attacchi” dei cormorani, ma soprattutto per il gelo. Il freddo del mese di febbraio 2012 – per cinque giorni consecutivi è stata registrata una temperatura inferiore allo zero con valori minimi di meno 6 gradi e ha soffiato bora molto forte – ha pressoché azzerato gli allevamenti facendo morire tutto il pesce delle valli. Ci vogliono 2-3 anni per tornare alla normalità. La sperimentazione di questa iniziativa, che decollerà non appena il Comune riceverà conferma del richiesto contributo di 150mila euro, avrà una durata di 30 mesi.