Home Cosvig Sbuffi di fumo che escono dal terreno, esplosioni, odore di zolfo.

Sbuffi di fumo che escono dal terreno, esplosioni, odore di zolfo.

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Benvenuti nella ‘Valle del diavolo’, a pochi chilometri dalla costa toscana.

Fonte: La Nazione, Tempo Libero

Autore: La Nazione, Tempo Libero

Qui, nelle Colline Metallifere, c’è il fiore all’occhiello della geotermia italiana, Larderello. Che è anche la realizzazione di un grande progetto urbanistico: il ‘Villaggio operaio’, nato dal nulla. Lo volle, nel 1954, la ‘Larderello s.p.a’, che affidò il progetto all’architetto Giovanni Michelucci. Mica facile. Si era nel boom produttivo e il paese era di poche vecchie case. Ci venivano persone a lavorare da tutta Italia, bisognava pure alloggiarle. E poché non c’era niente, solo boschi e colline e soffioni, si doveva convincerli a restare. Magari portando qui la famiglia. Da qui l’intuizione di ricreare i comfort della città, solo un po’ più in piccolo. A iniziare dalle ‘case torri’, la più alta di otto piani per i dirigenti.
E poi negozi, impianti sportivi, il cinema-teatro, scuole, il bar, l’asilo nido e la chiesa dalle grandi vetrate. Così si delineò quel panorama che anche oggi si vede arrivando: un reticolo di tubi lucenti (dove è convogliato il vapore), i grattacieli e i ‘refrigeranti’, come a simboleggiare la vicinanza della vita quotidiana e del lavoro. A Larderello non tutti la pensavano allo stesso modo. Le signore di città si lamentavano per l’isolamento: pochi avevano l’auto, ci si spostava in corriera e arrivare a Firenze era un viaggio. Le signore di campagna allevavano bambini, polli e conigli e ringraziavano chi dava lavoro a marito e figli.
NEL 1968 la ‘Larderello’ fu assorbita dall’Enel e per il ‘villaggio operaio’ ci furono alterne vicende. Se fino agli anni ’90 gli impianti avevano fino a 1.500 addetti, ora sono neanche 800 e in paese ci abitano in circa 400. È il paradosso dell’ automatizzazione: qui l’ Enel produce il 26 per cento del fabbisogno regionale, ma l’uomo serve sempre meno. A patire dell’abbandono furono la chiesa e le case. Ma la rinascita è in arrivo: nel 2014 la prima è stata restaurata e le seconde vendute.
IL RINNOVATO Museo della Geotermia nel Palazzo De Larderel (tel. 0588/67724) nel 2014 ha battuto il record di 28mila visitatori. Racconta una storia lunga: nel 2013 si è festeggiato il centenario della costruzione della prima centrale geotermica. Quel che il museo non dice è che i larderellini sono persone un po’ speciali. Capaci di annusare l’odore di zolfo come fosse il profumo delle madeleine di Proust. E di vedere la bellezza là dove per gli altri non ci sono che ragnatele di tubi, vecchi grattacieli e inquietanti pennacchi di vapore.