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Green economy, dal Consiglio nazionale 6 punti per salvare il clima

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La risoluzione sull’accordo di Parigi appena approvata dal Cngg chiede a governo e Parlamento italiano impegni precisi

Fonte: greenreport.it

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Un appello al governo e al Parlamento italiano per ratificare e applicare l’Accordo di Parigi con adeguate misure normative e con un efficace piano d’azione nazionale per l’energia e il clima e un impegno a sostenere sei misure necessarie per limitare l’innalzamento delle temperatura entro 1,5 gradi centigradi. Il Consiglio nazionale della green economy, composto da 64 organizzazioni di imprese rappresentative della green economy in Italia, nella sua prima riunione del 2016 ha approvato una risoluzione sull’accordo di Parigi sul clima.

«Il Documento di Parigi – spiega Edo Ronchi, membro del Consiglio nazionale – è basato su impegni definiti nazionalmente, gestiti e attuati nazionalmente e comunicati e verificati globalmente. Bisogna verificare se tale strumento di governance sarà effettivamente in grado di assicurare azioni adeguate per il clima. È necessario quindi sostenere un miglioramento degli impegni europei e nazionali e questa Risoluzione vuole essere uno stimolo in questa direzione».

Le sei misure individuate che, nella Risoluzione il Consiglio si impegna a sostenere, spaziano dalla tassa su carbonio allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili nazionali, dalla tutela del capitale naturale, fino alla mobilità sostenibile e l’eliminazione degli incentivi negativi per l’ambiente. Eccole nei particolari:

Incrementare l’efficienza, il risparmio energetico e lo sviluppo di fonti energetiche nazionali rinnovabili; Sviluppare il risparmio, il riciclo e la rinnovabiltà dei materiali in un’ottica di circular economy; Promuovere una mobilità più sostenibile, città meno inquinate e più vivibili e un’edilizia più sostenibile; Incrementare gli assorbimenti di carbonio attraverso la gestione appropriata e sostenibile delle foreste, dei pascoli e dei terreni agricoli; introdurre il carbon pricing in sostituzione di altre forme di prelievo fiscale e per eliminare e/o per riallocare gli incentivi negativi per l’ambiente; rafforzare attività di punta come l’agroalimentare e il turismo, migliorando la qualità del territorio, tutelando e valorizzando meglio quella grande risorsa nazionale che è costituita dal nostro capitale naturale e culturale.