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Roccalbegna: Trova antica razza di tori e li salva dall’estinzione

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Ingegnere olandese riconosce a Roccalbegna i discendenti dell’Uro e li porta nei Paesi Bassi con l’obiettivo di mantenere la specie in purezza

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

Autore: Fiora Bonelli

Una quindicina di bovini maremmani riconducibili all’antichissimo Uro sono in viaggio dalla Maremma all’Olanda. Un pezzo di Maremma che va ad essere tutelata nei Paesi Bassi da dov’è partito l’ingegnere forestale Lodewijk van Kemenade, che era giunto in provincia di Grosseto alla ricerca di alberi millenari e ha trovato anche di più. Alcuni esemplari di bovino “primitivo” maremmano, diventato ormai rarissimo in Maremma. «Una razza – spiega lui – che è patrimonio toscano di alto valore, ben oltre le frontiere di Toscana o d’Italia. Solo pochissime aziende agricole ne hanno ancora e senza futuro sicuro». Tutto è nato da un incontro fortuito, a Roccalbegna con uno degli ultimi allevatori di questa razza, Antonio Pastorelli, che già dall’anno prima stava fornendo all’Olanda alcuni esemplari e che si è messo a disposizione dell’ingegnere per «proteggere questo ceppo splendido» spiega Pastorelli, il quale aggiunge: «Sono orgoglioso di mandare in Olanda i miei ultimi soggetti, 5 maschi e 1 femmina, perché nei Paesi Bassi vogliono mantenere in purezza la specie maremmana che un tempo era la migliore da lavoro. Purtroppo gli incroci successivi hanno trasformato questo ceppo e una selezione a ritroso non è più possibile farla. La stessa cosa che è successa anche col cavallo maremmano. In Olanda, invece, ne vogliono mantenere la purezza, incrociando i bovini maremmani che non sono altro che gli antichi Uro, con altre antiche razze spagnole». Pastorelli però si tiene in stalla l’ultima vacca, di 19 anni, Campagnola, senza figli: «Amore puro», commenta Riccardo Nardi, amico di Antonio, che ha ospitato l’ingegnere e spiega: «Kemenade, alla ricerca di alberi millenari (e ne ha trovati), ha riconosciuto in alcuni bovini tratti che potevano ricondurre all’antichissimo Uro. Così si è messo a rastrellare la Maremma, rinvenendo una quindicina di esemplari: li ha pagati e ne ha disposto la partenza per l’Olanda (avvenuta lunedì ndr) con un tir. Nel giro di alcuni mesi e come si dice, giocando fuori casa, ha raggiunto lo scopo con tenacia». Ma perché il bovino primitivo è così speciale? Ha uno sviluppo della parte anteriore che lo rende simile all’Uro e che un tempo gli permetteva di fornire adeguata trazione. Razza da lavoro per eccellenza. È grande, i tori sono alti fino a 1,70 m, con le corna larghe e la parte posteriore stretta. Pochi in Maremma gli allevatori rimasti, fra cui Roberto Tistarelli che rifornisce di carne maremmana del bovino primitivo lo chef romano Marco Gallotta. L’iniziativa della fondazione Taurus è sostenuta dall’Unione colline metallifere e dalla tenuta di Alberese. «Il valore genetico unico di questa specie – dice Kemenade – è riconosciuto anche dalla scienza ufficiale». Studi scientifici autorevoli «hanno provato che il bovino maremmano primitivo deriva direttamente dall’Uro, il progenitore selvatico di tutte le razze bovine, estinto nel 1627». Per Kemenade è doppia la valenza dell’operazione: non solo la sopravvivenza della razza, ma anche la creazione di un gruppo riproduttivo di maremmani primitivi puri in Olanda.