In base a questa l’Italia dovrà raggiungere nel 2020 una quota complessiva di fonti alternative sul consumo finale di energia elettrica del 28,97%, equivalente a una capacità installata di 45.885 MW e a una produzione lorda di 105.950 GWh.
E’ stato quindi confermato il target del 17% di energia rinnovabile entro il 2020 (8-10% alla fine del 2009) da raggiungere portando la produzione elettrica da rinnovabile appunto al 29% circa, calore da rinnovabile al 16% e trasporti da rinnovabile al 6,40%.
All’interno del settore elettrico l’11,5% arriverà dall’hydro, il 2% dalla geotermia il 3,1% dal solare, il 6,6% dall’eolico e il 5,74% dalla biomassa. Sono stati confermati anche i principali strumenti di incentivazione attuali (Quote d’obbligo, Certificati Verdi e Conto energia).
Tra gli elementi principali della bozza è indicato che la struttura degli incentivi deve prevedere un incremento della quota minima da rinnovabili (quota d’obbligo), la revisione periodica degli incentivi per tener conto della riduzione dei costi dei componenti, la programmazione anticipata delle riduzioni su base triennale con applicazione solo agli impianti che entrano in funzione un anno dopo la loro introduzione (positivo perchè esclude la retroattività).
"L’impalcatura della bozza ci sembra positiva, viene infatti ribadito l’impegno del Governo con target che implicano una crescita importante del segmento, gli incentivi sono confermati e viene escluso il principio della retroattività", sostengono gli analisti di Equita sim.
Anche per Intermonte la notizia è positiva per tutte le società del settore in quanto si tratta di obiettivi ancora molto lontani da raggiungere che quindi imporranno al Governo il mantenimento di una politica di incentivi favorevole. In Borsa al momento si registra un rialzo di Kerself (+0,66%) e Terni Energia (+0,10%). Mentre ritracciano dopo la corsa delle ultime sedute K.R. Energy, Actelios ed Ergycapital.
