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Rinnovabili, Europa: Al 2030 occorrono 210 TWh di energia elettrica da rinnovabili per rispettare gli obiettivi Ue

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Elettricità futura e ANEV presentano lo studio Elemens al ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

«Dobbiamo decarbonizzare e defossilizzare l’economia. Intendiamo cambiare rotta e supportare al massimo gli operatori del settore rinnovabili».

È questa la posizione espressa dal ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio (qui il suo intervento integrale) durante il convegno organizzato da Elettricità Futura (la principale associazione del mondo elettrico italiano) e ANEV (l’Associazione Nazionale Energia del Vento) per presentare lo studio elaborato da Elemens sugli scenari relativi alle rinnovabili elettriche al 2030, coerentemente con i nuovi obiettivi europei al 2030 individuati all’interno della direttiva RED II: entro 12 anni le energie rinnovabili almeno il 32% dei consumi finali lordi di energia dell’Unione Europea, e anche l’Italia dovrà muoversi di conseguenza.

Concretizzando dunque un cambio di passo nello sviluppo delle fonti rinnovabili rispetto a quello conseguito negli ultimi anni.

Secondo la Relazione sulla Situazione Energetica Nazionale appena aggiornata proprio dal ministero dello Sviluppo Economico (con dati 2017), le stime preliminari indicano una contrazione della produzione elettrica effettiva da rinnovabili di circa 4 TWh rispetto al 2016 (da 108 TWh a circa 104 TWh). E se l’incidenza delle FER sui consumi finali lordi italiani è stimata al 17,7% nel 2017, ovvero a un valore già superiore rispetto al target stabilito per il nostro Paese al 2020 (17%), i necessari, ulteriori progressi su fonti pulite e decarbonizzazione sembrano avanzare troppo lentamente secondo i dati Enea.

Basti considerare che al 2030 dovrebbero essere prodotti in Italia circa 210 TWh di energia elettrica da fonti rinnovabili, secondo le stime Elemens: un valore più che raddoppiato rispetto al livello del 2017 (103 TWh) e ancora maggiore se si tiene conto che in assenza di interventi alcuni impianti potrebbero cessare la produzione per obsolescenza. Come procedere dunque? «Puntando maggiormente su eolico e fotovoltaico, che sono fonti con grandi potenziali, ma senza dimenticare – argomenta la deputata LeU Rossella Muroni dal convegno ANEV-Elettricità futura – il contributo di idroelettrico, bioenergie e geotermico. Un obiettivo che richiederà grandi investimenti, ma che produrrà secondo le stime oltre 100mila occupati e un beneficio netto sul sistema Paese di 21,5 miliardi di euro».

«Come sistema di imprese siamo pronti alla sfida e siamo certi che il Governo – auspica Simone Mori, presidente di Elettricità Futura – darà un nuovo impulso al processo di transizione in tutti i segmenti, attraverso meccanismi di pianificazione e promozione degli investimenti, regole di mercato chiare e certe, un continuo confronto con il territorio e una rinnovata attenzione al rapporto tra l’industria e la ricerca».