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Per il GSE è la geotermia la «fonte rinnovabile più produttiva» in Italia

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«In confronto agli altri impianti alimentati da fonti rinnovabili, le prestazioni degli impianti geotermoelettrici risultano le migliori in termini di producibilità». Ma il Governo sta tagliando gli incentiviFonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

È la geotermia la «fonte rinnovabile più produttiva» tra quelle attualmente messe a frutto in Italia, secondo il rapporto Energia da fonti rinnovabili in Italia – 2017, appena pubblicato dal Gestore dei Servizi Energetici.

Il GSE, ovvero la società individuata dallo Stato italiano per perseguire obiettivi di sostenibilità ambientale nei due pilastri delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, documenta infatti che, a differenza di quasi tutte le altre, la «fonte geotermica è caratterizzata da una disponibilità pressoché costante nel corso dell’anno; di conseguenza, in confronto agli altri impianti alimentati da fonti rinnovabili, le prestazioni degli impianti geotermoelettrici risultano le migliori in termini di producibilità».

Più in generale, nel 2017 i consumi finali lordi di energia da fonti rinnovabili in Italia ammontano complessivamente a 22 Mtep, registrando un +4,4% rispetto all’anno precedente. In questo contesto la geotermia presenta un andamento variegato: registra un calo di produzione nel settore elettrico (-1,4%) e un incremento in quello termico (+4%).

Nel dettaglio, Nel 2017 «l’energia termica complessiva ottenuta in Italia dallo sfruttamento dell’energia geotermica ammonta a 6.272 TJ, corrispondenti a circa 150 ktep, in aumento del 4% circa rispetto all’anno precedente» e così suddivisi: «La quota più rilevante (superiore al 50%) è associata agli stabilimenti termali, appartenenti al comparto dei servizi; seguono gli usi nel comparto della acquacoltura/itticoltura (26%) e il riscaldamento di serre (11%) e gli usi per riscaldamento individuale (11%, in gran parte concentrate in strutture ricettive e agriturismi). Più modesta, infine, risulta l’incidenza degli usi del settore industriale (2%)». Il GSE osserva inoltre come «tali consumi si concentrino solo in un numero limitato di regioni», e in Toscana in particolare con il 42,4% (+8% sul 2016, 2.324 i TJ totali).

Guardando invece al settore elettrico, negli «ultimi tre anni il numero degli impianti geotermoelettrici è rimasto immutato». La sostanziale stabilità nella potenza installata tra il 2003 e il 2017 ha prodotto variazioni piuttosto contenute della produzione lorda, e anche nel 2017 la produzione da impianti geotermoelettrici è stata pari a 6.201 GWh (in diminuzione del -1,4% rispetto all’anno precedente). Nonostante l’Italia produca – prima al mondo – da più di un secolo elettricità da fonte geotermica, nel nostro Paese si tratta ancora di un’attività geograficamente molto concentrata: a fine 2017, impianti geotermoelettrici sono presenti solo nelle province di Pisa (nella quale si concentra il 50,1% della produzione totale), Siena (25,1%) e Grosseto (24,8%).

Per questi territori che coltivano la risorsa geotermica, naturalmente presente nel loro sottosuolo, la geotermia rappresenta la principale fonte rinnovabile, tanto da permettere loro di raggiungere posizioni apicali a livello nazionale. Tra le regioni del Centro il primato di produzione di elettricità da fonte rinnovabile (il 3,4% di tutta quella italiana) spetta alla Provincia di Pisa, grazie «principalmente al contributo degli impianti geotermoelettrici». A sua volta sempre la Toscana, «grazie principalmente allo sfruttamento della risorsa geotermica, è la regione con maggior potenza installata (di impianti FER per la produzione elettrica, ndr) nel Centro Italia».

Paradossalmente, a fronte di questi contributi di primaria importanza a livello nazionale legati alla coltivazione della geotermia, è proprio questa fonte – o quantomeno la tipologia d’impianto geotermoelettrico attualmente presente in Toscana, che ha permesso di raggiungere i risultati documentati dal GSE – che il Governo nazionale per la prima volta ha deciso di penalizzare, cancellando dallo schema di decreto FER1 gli incentivi finora legati la produzione di energia elettrica; una scelta che, dalle informazioni ad oggi disponibili, rischia di essere replicata anche nel FER2.