Home Geotermia News La Germania vuole decuplicare l’impiego della geotermia per la produzione di calore

La Germania vuole decuplicare l’impiego della geotermia per la produzione di calore

Secondo il neo-ministro dei Verdi Robert Habeck il potenziale esistente per l'energia geotermica «deve essere utilizzato molto di più»

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Dr. Robert Habeck (Bundesvorsitzender Bündnis90/Die Grünen) Foto: stephan-roehl.de

Secondo il neo-ministro dei Verdi Robert Habeck il potenziale esistente per l’energia geotermica «deve essere utilizzato molto di più»


Il Governo tedesco ha deciso di cambiare le regole del gioco per dare concretezza alla sua transizione ecologica, mettendosi al lavoro su un nuovo pacchetto legislativo – da approntare prima dell’estate – in grado di facilitare l’installazione di nuovi impianti e trarre il massimo dalle energie rinnovabili disponibili sul territorio: per la geotermia, in Germania questo significa soprattutto impiego diretto del calore.

«L’energia geotermica profonda può fornire temperature elevate tutto l’anno per climatizzare gli edifici, e può essere utilizzata in primo luogo attraverso le reti di teleriscaldamento», si legge nella proposta presentata dal neoministro tedesco dell’Economia e della protezione climatica, il Verde Robert Habeck.

Per incanalare le necessarie risorse finanziarie a lungo termine, necessarie per sfruttare la finestra di opportunità aperta dall’addio alla generazione di energia tramite carbone e più in generale dalla transizione ecologica, il Governo tedesco ha intenzione di promuovere l’ampliamento e la decarbonizzazione delle reti di teleriscaldamento mettendo in campo un apposito Fondo federale per le reti di riscaldamento efficienti (BEW).

«Il finanziamento del BEW ha lo scopo di rendere economica la tecnologia geotermica, che comporta costi e rischi di investimento elevati. Per traguardare una fornitura di calore climaticamente neutra entro il 2045, il potenziale esistente per l’energia geotermica deve essere utilizzato molto di più: si tratta di 10 TWh all’anno entro il 2030, e vogliamo utilizzarli il più possibile. Ciò significa un aumento di dieci volte dell’attuale apporto di calore da questa fonte».