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La geotermia per le mele di qualità?

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La conservazione delle mele rappresenta un aspetto fondamentale e sempre più delicato, anche a causa del cambiamento climatico degli ultimi anni. Una soluzione potrebbe venire dall’uso della geotermia

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

Alla Fondazione Edmund Mach, dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, si è svolta recentemente una riunione per discutere della conservazione della pregiata frutta prodotta in Trentino.

La consueta riunione degli esperti del Centro di Trasferimento Tecnologico della Fondazione ha posto al centro della discussione il tema della conservazione di un prodotto così importante per l’economia trentina e non solo.

L’annata 2012 per quanto riguarda la produzione di mele vede un leggero calo a livello quantitativo, ma una qualità dei prodotti decisamente buona. Così come è ancora buona la qualità delle mele della stagione scorsa, ancora in vendita nelle catene di distribuzione.

«Le ultime mele del 2011 sono in vendita ancora oggi e questo dimostra che dal punto di vista della conservazione è stato fatto un lavoro ottimale, visto che la qualità è ancora notevole», ha spiegato Livio Fadanelli del Centro Trasferimento Tecnologico.

La conservazione rappresenta, quindi, un aspetto fondamentale e sempre più delicato, anche a causa del cambiamento climatico degli ultimi anni.

«Le ultime annate –ha proseguito Fadanelli– sono state contraddistinte da un caldo elevato che ha accelerato la maturazione, avvicinando le zone di fondovalle a quelle collinari. E’ quindi necessario tenere conto di questa situazione per adeguare le formule di conservazione e mantenere un prodotto il più fresco possibile».

Le temperature elevate che si registrano in particolare negli ultimi anni rappresentano una problematica anche per gli impianti frigoriferi che sono sottoposti ad un lavoro superiore al normale, visto che vi entra frutta molto calda.

E’ importante quindi una gestione ottimale per avere al tempo stesso un buon prodotto e un contenimento delle spese energetiche.

Nell’incontro è stato fatto anche riferimento alla sperimentazione avviata in collaborazione tra Melinda, Tassullo e Fondazione Mach relativa alla conservazione delle mele in celle ipogee, nelle gallerie sotterranee della Valle di Non.

Ne sono già stivati 1200 quintali e il progetto complessivo prevede di interrarne 5000.
«La sperimentazione sta dando risultati positivi –ha concluso Fadanelli– questa innovazione può rappresentare un passo in avanti importante. Poter utilizzare la geotermia, una massa rocciosa già fredda, per conservare la frutta potrebbe dare una mano richiedendo un minor sforzo dal punto di vista dell’energia termica».