Secondo Rosa Filippini, Presidente degli Amici della Terra, le fasi di crisi sono quelle più favorevoli per iniziare ristrutturazioni e rivedere le politiche aziendali per riconquistare competitività sui mercati.
In questa ottica un elemento chiave è migliorare l’efficienza energetica e ambientale dei processi produttivi per ottenere prodotti a basso impatto ambientale.
Per far questo è però necessario il supporto di politiche adeguate che dovrebbero orientarsi anche verso la promozione delle rinnovabili termiche, uscendo da quella che gli Amici della Terra definiscono la “monocultura” delle rinnovabili elettriche, come fotovoltaico ed eolico, per le quali siamo dipendenti dalle tecnologie prodotte all’estero.
La richiesta è di non concedere nuovi incentivi alle rinnovabili elettriche alla scadenza dei decreti del 6 luglio 2012, cioè a fine triennio 2013-2016.
Nello specifico si propone di modificare gli obiettivi per le fonti rinnovabili al 2020 portando al 22% l’obiettivo delle rinnovabili termiche (ora indicato al 19%), e riducendo al 31% quello delle rinnovabili elettriche (ora al 37%).
Tale scelta non comprometterebbe il raggiungimento dell’obiettivo europeo di +20% di rinnovabili al 2020, ma sposterebbe il focus sulle rinnovabili termiche che, sempre secondo i relatori, potrebbero essere realizzate con minori costi di incentivazione e maggiori ricadute per l’economia italiana rispetto alle rinnovabili elettriche.
Secondo alcuni osservatori, il problema sembra essere ancora una volta il divario tra l’eccellenza e l’intraprendenza che dimostra il nostro settore produttivo in generale e la scarsa capacità decisionale della politica e dell’apparato burocratico amministrativo.
Per approfondimenti: Amici della Terra