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Il “vulcano” Kerakoll porta della città

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Sghedoni: «Sarà il centro ricerche, avrà la forma delle salse di Nirano e i forni ceramici»
Il 70% dell’energia necessaria arriverà dalla geotermia.

Fonte: Gazzetta di Modena

Autore: Gazzetta di Modena

SASSUOLO. Eccola la nuova porta della città e della piastrella valley. Un enorme "vulcano" che sta prendendo forma e che Kerakoll ha voluto per ricollegarsi alle salse di Nirano e ai primi camini simbolo delle ceramiche del distretto. Sarà questo il nuovo centro ricerche del gruppo leader mondiale della bioedilizia. «Un investimento di oltre 14 milioni di euro tutto con soluzioni ecosostenibili», spiega Gianluca Sghedoni, amministratore delegato dell’azienda.
«Quando abbiamo iniziato a ragionare sul progetto su un punto siamo stati tutti d’accordo: deve essere la porta di Sassuolo, del distretto. Deve essere passato, presente e futuro. Un tutt’uno. Una forma che ricorda le salse di Nirano, i camini delle ceramiche e una architettura fatta di pannelli solari, geotermia e una pala eolica che spiccherà nel cielo. Sarà il Centro Ricerche e Sviluppo del gruppo. Solo questo».  E’ raggiante Gianluca Sghedoni, amministratore delegato di Kerakoll, il primo gruppo industriale al mondo nel campo dei materiali per la bioedilizia.
«Da un anno al 100% green. Utilizziamo solo materiale naturale. Come questo centro che sta nascendo e che sarà l’unico in Europa realizzato integralmente con soluzioni ecosostenibili», spiega mentre osserva il progetto virtuale e che sarà realtà entro fine anno.  Pali profondi ottanta metri per sfruttare la geotermia, una forma che ricorda in tutto e per tutto i caratteristici "vulcani" delle vicine Salse di Nirano che richiamano tanti turisti sulle colline del distretto. E un camino che si rifà ai forni delle ceramiche. Con un enorme lucernaio dal quale dovrebbe poi spiccare una pala eolica.
«Non avevamo più spazi fisici per il Centro Ricerca e Sviluppo e allora abbiamo pensato di regalare alla città un centro che, nel contempo, rappresentasse bene la filosofia che anima Kerakoll e fosse la porta di Sassuolo e del distretto – commenta Sghedoni – La struttura si estende su circa settemila metri quadrati e quattro piani. Darà lavoro a cento nuovi addetti a regime tra ingegneri e ricercatori bioedili. Abbiamo già iniziato le selezioni…».

Già oggi gli investimenti in del gruppo della famiglia Sghedoni in "green research" rappresentano il 100% degli investimenti totali in ricerca e sviluppo. E incidono per oltre il 6% sul fatturato consolidato.  «L’investimento alla fine ci costerà circa sedici milioni di euro. L’unico dubbio è la pala eolica. Sarà altra 36 metri ma prima monteremo un anemometro che nell’arco di quasi un anno ci dovrà dare le indicazioni se l’eolico produrrà abbastanza energia. In ogni caso – precisa Sghedoni – il centro Ricerca e Sviluppo sarà non solo autonomo sul piano dell’energia necessaria ma ne avrà in eccesso. Il settanta per cento arriverà dalla geotermia, il trenta per cento dai pannelli solari che si sommeranno ai rivestimenti ceramici della struttura.

Dall’isolamento termoacustico ne deriverà un altro risparmio di un buon 50 per cento».  Un messaggio indiretto alla città, al distretto. All’economia modenese e alle aziende che decino di disinvestire preferendo altre aree e altri paesi…?  «Certamente. Chi l’ha detto che non si può rinnovare questo paese? Questo distretto? Questa città? Anche noi abbiamo in progetto la realizzazione di uno stabilimento produttivo in India nei prossimi tre anni, ma senza distogliere forze ai nostri centri sparsi a Sassuolo, Rubiera (dove abbiamo appena ampliato uno stabilimento), Padova e Verona. Abbiamo chiuso il 2010 assumento 111 nuovi addetti, in gran parte ricercatori. L’anno prima un altro centinaio. Siamo una azienda giovane e che sposa il futuro, le energie e materiali rinnovabili e ecosostenibili. Crediamo nei giovani. E questa nuova porta della città parte dalle radici del territorio, dalla sua storia, per cavalcare il futuro. A Sassuolo».