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II Sicilia la prima centrale solare termodinamica a sali fusi costruita nel mondo

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Sarà operativa entro il 2015 e fornirà energia elettrica sufficiente per circa 40.000 famiglie

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

E’ stata firmata a Palermo la "Carta del Sole", un patto tra territorio e impresa per sviluppare una centrale ad energia solare termodinamica integrata a biomasse.

La firma della Carta del sole è stata posta in occasione del convegno "Sicilia, l’isola del Solare Termodinamico" organizzato il 19 settembre da ANEST (Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica) e FRED Sicilia (Forum Regionale per l’Energia Distribuita) in partnership con Confindustria Sicilia e Fondazione Sicilia e al quale ha partecipato, tra gli altri, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini.

La tecnologia utilizzata per la centrale, che sarà realizzata da Enel Green Power in provincia di Catania, è quella lanciata dal premio Nobel Carlo Rubbia e su cui l’Italia ha attualmente un vantaggio competitivo. Una tecnologia che, tra l’altro, è sostenuta e favorita dai recenti decreti governativi sulle rinnovabili.

La centrale solare termodinamica sarà integrata con un impianto a biomasse; avrà una potenza di 30 MW e fornirà energia elettrica sufficiente al fabbisogno di circa 40.000 famiglie.
L’impegno economico necessario per la sua realizzazione è previsto in circa 200 milioni di euro.
«Il solare termodinamico -ha detto il ministro Clini al convegno di presentazione- è uno degli assi nella manica del sistema Italia. Brevetti e tecnologia, oltre a un altissimo indice d’insolazione, ci forniscono incredibili condizioni di partenza per diventare il Paese europeo a più alto sviluppo di questa tecnologia rinnovabile innovativa. Con la Carta del Sole s’inaugura anche un altro modo, più vicino alle esigenze dei cittadini e dei territori, per lo sviluppo di un’energia che completa il mix delle rinnovabili portando delle significative innovazioni che stiamo perseguendo attraverso non soltanto strumenti normativi ma, soprattutto, con incentivi di mercato o di tipo fiscale».
Il Ministro Clini si è poi soffermato su quanto ancora rimane da definire del quadro normativo: «Abbiamo da completare il quadro dei decreti sulle fonti rinnovabili, in particolar modo finalizzato al supporto all’innovazione tecnologica per le fonti rinnovabili. Pensiamo alla possibilità di accedere a mutui agevolati per lo sviluppo di attività nel campo dell’innovazione di prodotti che possano essere connessi al solare termodinamico. E, infine, abbiamo anche in discussione ulteriori misure d’incentivazione, sotto forma di credito d’imposta, per sostenere ricerca e innovazione».

Il presidente di ANEST, Gianluigi Angelantoni, si è soffermato sull’elevato potenziale energetico che offre lo sviluppo di questa tecnologia innovativa e non solo in Sicila, dove sono presenti gli unici impianti italiani a solare termodinamico.

«Il potenziale del solare termodinamico -ha sottolineato- è altissimo e può arrivare a competere, entro il 2020, con il costo del kilowattora prodotto dal petrolio».
Al ministro che aveva auspicato «che attorno al solare termodinamico, il successo di queste tecnologie possa produrre in Italia vantaggi competitivi» ha risposto il Commissario dell’ENEA, Giovanni Lelli.

«La tecnologia del solare a concentrazione, sviluppata dall’ENEA negli ultimi dieci anni -ha detto Lelli- costituisce un caso di eccellenza tutto italiano. L’impianto realizzato a Priolo Gargallo integra una centrale alimentata a gas ad alta temperatura, si basa su brevetti di diversi componenti sviluppati dall’ENEA, che sono stati trasferiti ad aziende italiane che li hanno ingegnerizzati e che hanno fatto sistema tra loro, costituendo una filiera industriale hi-tech, di cui fanno parte una trentina di aziende, che è diventata leader a livello mondiale».

Il progetto ha visto il coinvolgimento dell’industria nazionale sin dalla fase iniziale e l’impianto realizzato a Priolo Gargallo in Sicilia, che integra una centrale alimentata a gas «è un esempio –ha aggiunto– di come il sistema della ricerca pubblica, l’Enea e quello industriale, in questo caso l’Enel, possano incontrarsi e collaborare per sviluppare innovazione tecnologica».