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Geotermia: la mozione Marras

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Conciliare il rispetto del paesaggio e le caratteristiche dei territori con la ricerca

Fonte: Il Cittadino Online

Autore: Fabrizio Pinzuti

Contribuire attraverso l’energia geotermica al raggiungimento entro il 2020 della quota del 17% a livello nazionale di energia “pulita” – sempre ammesso che la geotermia lo sia – sul consumo totale, conciliandolo con il rispetto del paesaggio e delle caratteristiche dei territori, soprattutto di quelli a connotazione e vocazione agricola e alberghiera. Questo in estrema sintesi l’obiettivo della risoluzione proposta dal capogruppo del PD Leonardo Marras e approvata il 7 ottobre dal Consiglio Regionale con l’astensione delle opposizioni. Più in dettaglio il documento prevede di dare “piena attuazione al protocollo d’intesa approvato nel novembre 2013, sottoscritto con Rete Geotermica toscana di cui fanno parte alcuni operatori titolari dei permessi di ricerca per la realizzazione di impianti per la produzione di energia a media entalpia a ciclo binario”; predisporre “il prima possibile”, e di concerto con le istituzioni locali, le indicazioni previste dal Paer (Piano ambientale energetico regionale) per definire il numero massimo dei pozzi esplorativi da concedere, i criteri e i parametri per la loro corretta distribuzione sul territorio, tenendo conto delle prescrizioni del Pit (Piano di indirizzo territoriale) con valenza di Piano paesaggistico e specificatamente riferite alle zone di produzione agricola ad alto valore qualitativo, per il corretto inserimento degli impianti e per spingere i concessionari ad utilizzare le tecnologie più avanzate in termini di sostenibilità”.
Si tenta così di superare lo stallo creato dopo la scadenza del 24 agosto scorso della moratoria di sei mesi al rilascio di permessi di ricerca, con relative proroghe, per la realizzazione di pozzi esplorativi. Nel documento si chiede l’impegno della Giunta a “predisporre una proposta di intervento normativo” assicurando il “massimo coinvolgimento di tutti gli enti competenti” e “garantire le vocazioni socio-economiche, turistico-agricole, ambientali e paesaggistiche degli specifici territori toscani”.  Si apre, come detto, alla bassa e media entalpia a ciclo binario ma si fissa il numero di pozzi, invitando nel contempo “tutti gli operatori economici coinvolti a sottoscrivere accordi specifici tesi a favorire la competitività dei sistemi economici locali e a migliorare la qualità dei servizi e delle infrastrutture locali”.
“Non esiste – ha commentato Marras – un problema di geotermia buona e geotermia cattiva, bisogna scegliere come usarla, e la risposta sta già nella legislazione regionale: la Toscana è stata tra le prime Regioni ad approvare un proprio piano paesaggistico che considera il paesaggio come “bene comune” e prevede, con il Piano d’Indirizzo Territoriale, vincoli e strumenti per tutelarne la conservazione e il corretto sviluppo, come la conferenza di pianificazione. E in tal senso anche le attività di ricerca, la localizzazione e il numero degli impianti andrà a integrarsi con il Piano del paesaggio e con gli atti di pianificazione collegati. Inoltre, ai gestori chiediamo impegni precisi riguardo a ricerca, innovazione e efficienza degli impianti, al fine di evitare i possibili impatti ambientali.”.
“Lo sviluppo della geotermia, commentano congiuntamente i consiglieri del PD, deve essere coniugato con la tutela dell’ambiente e del territorio. La nostra risoluzione impegna la Regione Toscana ad adottare rapidamente una normativa chiara, perché la liberalizzazione del settore, da cui è derivato il grande aumento delle richieste, è un elemento positivo, ma solo se abbinata a norme omogenee per i programmi di ricerca e per la gestione degli impianti, che devono essere compatibili con le caratteristiche del paesaggio e tenendo conto delle imprescindibili differenze dei nostri territori. Per questo, abbiamo previsto che la pianificazione avvenga in sinergia con i Sindaci del territorio e le amministrazioni locali, a cui spetta un ruolo centrale nell’individuare al meglio la compatibilità degli interventi. Il settore potrà così andare incontro a un periodo di sviluppo, integrandosi con le politiche di gestione e tutela del territorio”.