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Geotermia e società: quale rapporto? Il primo caso studio in centro Italia

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I risultati del case study – pubblicato su Energy Policy, condotto in provincia di Viterbo da Università Statale, CNR e Fondazione Toscana Life Sciences

Fonte: Università degli Studi di Milano

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Un sostegno generale per le energie rinnovabili, soprattutto per il fotovoltaico e per l’eolico, ma un grado di conoscenza e comprensione delle potenzialità del geotermico notevolmente basso.

Sono i risultati del case study – pubblicato su Energy Policy, condotto in provincia di Viterbo da Università Statale, CNR e Fondazione Toscana Life Sciences, e primo esempio in Italia di caso studio sull’accettabilità sociale dell’energia geotermica in Italia centrale.

La ricerca – guidata da Anna Pellizzone durante il suo dottorato appena conclusosi in Statale – rientra nell’ambito del Progetto Atlante Geotermico del Mezzogiorno, finanziato dal Governo, con il coordinamento del Consiglio Nazionale delle Ricerche, e focalizzato sulla caratterizzazione, classificazione e mappatura delle risorse geotermiche convenzionali e non-convenzionali del Centro e del Sud Italia.

Attraverso un metodo misto – ricerca qualitativa e ricerca quantitativa – gli autori del caso studio hanno indagato le opinioni, le speranze e le preoccupazioni dei vari attori sociali rispetto alla questione energetica, alle rinnovabili e alla geotermia.

La scelta di affiancare a ricerche di natura tecnico-scientifica uno studio di tipo sociale si inserisce perfettamente nel quadro della Responsible Research and Innovation, un approccio di grande attualità a livello europeo – e fortemente incoraggiato anche dal programma Horizon 2020 – secondo cui ricerca e innovazione non possono più prescinderedal coinvolgimento di tutti gli attori sociali coinvolti nel processo di innovazione stesso.

La maggior parte degli intervistati – studenti, politici, abitanti, ambientalisti e imprenditori dell’innovazione nel settore geotermico – si sono dimostrati disponibili a partecipare al processo innovativo, chiedono maggiore conoscenza di rischi e potenzialità del geotermico, ma dichiarano una forte mancanza di fiducia nella classe politica, percepita distante dai bisogni delle comunità e dal perseguimento del bene comune.

Anche il Piano strategico europeo per l’energia punta sul geotermico e i risultati di questo studio possono fornire dati significativi al processo decisionale, fornendo linee guida concrete sul coinvolgimento dei cittadini nei processi di innovazione culturale sostenibile.