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Geotermia e non solo, il Coordinamento Free chiede al Mise di aprire il confronto sul FER2

Zorzoli: «Sono ormai anni che si attende il decreto, non è più il momento di aspettare. La fase di ripartenza del Paese dovrà puntare sempre più sul Green New Deal»

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Zorzoli: «Sono ormai anni che si attende il decreto, non è più il momento di aspettare. La fase di ripartenza del Paese dovrà puntare sempre più sul Green New Deal»


L’emergenza sanitaria legata alla pandemia da coronavirus ha stravolto il calendario istituzionale quanto la vita dei cittadini, ma «la fase di ripartenza del Paese può e deve essere “pensata” da subito», come spiega G.B. Zorzoli in qualità di presidente del Coordinamento Free, la più grande associazione del settore “fonti rinnovabili ed efficienza energetica” presente in Italia.

L’Italia – argomenta Zorzoli – dovrà «puntare sempre più su un Green New Deal per difendere il lavoro e uscire dalla drammatica situazione in cui ci ha messo l’epidemia del coronavirus. Il rilancio economico del Paese non deve aspettare la fine dell’emergenza sanitaria e, con un quadro mutato, occorre applicare un approccio realistico nella situazione attuale».

In questo contesto il Coordinamento avanza al Governo nazionale la richiesta di un impegno concreto su quattro punti essenziali: semplificazioni, a partire da quelle necessarie per autorizzare gli impianti nuovi, fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi del Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC), e per fare il revamping e il repowering degli impianti esistenti; definire la governance del GSE e soprattutto le linee guida della sua azione; una rapida emanazione del decreto FER2; proroghe per i termini delle autorizzazioni e dei procedimenti inerenti gli impianti pronti ad essere realizzati. 

«Questi quattro provvedimenti – osserva Zorzoli – sono la base di partenza indispensabile per realizzare gli oltre 80 miliardi di investimenti aggiuntivi previsti dal PNIEC, in grado di creare circa 75mila nuovi posti di lavoro permanenti e 117.000 temporanei. Cifre destinate a crescere con l’innalzamento al 50-55% della riduzione di CO2, proposta dalla Commissione europea».

Tra questi quattro punti, in particolare la necessità di passi avanti sull’atteso decreto FER2 riguarda molto da vicino il mondo della geotermia: «Sono ormai anni che si attende il cosiddetto decreto FER2 sulle fonti rinnovabili innovative, come le biomasse, il biometano, la geotermia, il solare termodinamico e l’eolico off-shore – riporta il Coordinamento – Non è più il momento di aspettare. Chiediamo al MISE che fornisca subito una bozza su cui confrontarsi con stakeholder, per arrivare in tempi rapidi alla sua emanazione. Il FER2 riguarda le rinnovabili che hanno il più alto tasso d’innovazione tecnologica e sono un’opportunità per varare una volta per tutte tecnologie a un alto contenuto innovativo, che possono rappresentare un volano di sviluppo economico e sostenibile».

Come noto infatti il decreto FER1 sulle rinnovabili – pubblicato nella Gazzetta ufficiale 185, lo scorso 9 agosto non contempla lo stanziamento di incentivi dedicati alla geotermia come anche altre fonti rinnovabili.

Un tema che è slittato all’interno del decreto FER2, ma si attende ancora il relativo testo: secondo quanto a suo tempo comunicato dalla sottosegretaria al MISE Alessia Morani al governatore della Regione Toscana Enrico Rossi, l’approvazione del decreto FER2 era attesa per febbraio.

Anche a causa dell’emergenza in corso i tempi si sono dilatati, ma nel corso delle ultime settimane non è mancato il sostegno da parte del MISE (nella figura del ministro Patuanelli) e del ministero dell’Ambiente (con il sottosegretario Morassut), che hanno sottolineato la necessità per il Paese di puntare sullo sviluppo sostenibile della geotermia.