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GeoSMART: Kizildere e Balmatt, i due siti dimostrativi per una geotermia a servizio delle reti elettriche del futuro

Nell’ambito del progetto di ricerca GeoSmart, finanziato dall’Unione Europea, saranno realizzati due dimostratori, con l’obiettivo di ottimizzare le tecnologie per la geotermia, accrescendone la competitività per lo sviluppo di sistemi intelligenti e flessibili.

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Centrale geotermica di Kizildere, di Zorlu Energy in Turchia. (Fonte: Zorlu Enerji)

Nell’ambito del progetto di ricerca GeoSmart, finanziato dall’Unione Europea, saranno realizzati due dimostratori, con l’obiettivo di ottimizzare le tecnologie per la geotermia, accrescendone la competitività per lo sviluppo di sistemi intelligenti e flessibili.


In futuro, i sistemi energetici dovranno far fronte ad importanti difficoltà operative, per quanto riguarda un’affidabilità, sempre più soggetta a fluttuazioni dovute alla progressiva integrazione nel mix energetico di fonti aleatorie quali solare ed eolico.

Al fine di poter bilanciare tali instabilità, si rende sempre più necessario e strategico utilizzare fonti energetiche affidabili e sostenibili, che possano essere utilizzate in gran parte d’Europa.

E proprio l’energia geotermica – grazie alla modulabilità e alla continua disponibilità nel tempo -, possiede le potenzialità per poter diventare una fonte eccellente, in grado di rispondere in maniera flessibile alla domanda energetica, garantendo bassi impatti ambientali.

Per rispondere a queste esigenze, è stato varato il progetto Horizon 2020 GeoSmart, nell’ambito del più ampio programma Horizon 2020.

Costituito da una partnership di 19 soggetti coordinati da TWI Ltd. (Regno Unito) vede per l’Italia CoSviG (il Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche) e Spike Renewables, si pone l’obiettivo di ottimizzare e dimostrare soluzioni innovative, per migliorare la flessibilità e l’efficienza degli impianti geotermici attraverso la realizzazione di siti dimostrativi all’interno di centrali già in esercizio.

Al fine di poter ottenere risultati attendibili per le differenti tecnologie che utilizzano risorse geotermiche in Europa, il progetto prevede di testare soluzioni sperimentali su due tipologie impiantistiche per la produzione combinata di calore ed elettricità: sistemi ad alta entalpia, che utilizzano tecnologia flash, e a bassa entalpia, abbinati a cicli binari.

Il primo sito dimostratore sarà realizzato a Kizildere, dove è presente il più vecchio impianto geotermoelettrico installato in Turchia: una centrale con tecnologia flash, alimentata da risorse ad alta entalpia e gestita da Zorlu Energy.

In questo sito, è in programma da parte di Zorlu Energy l’incremento di capacità ed efficienza dell’impianto, attraverso la dimostrazione di sistemi di accumulo di energia termica, oltre che aumentando l’estrazione di calore dal reservoir, attraverso una riduzione delle temperature di reiniezione.

Secondo quanto riportato da Zourlu Energy infatti “il progetto GeoSmart propone soluzioni molto innovative per compensare le reti durante le ore di picco di domanda di elettricità, con l’aggiunta di sistemi di accumulo termico in grado di cedere vapore o fluidi caldi nei periodi di maggiore richiesta di energia da parte della rete. Zorlu Energy è entusiasta di condividere le sue esperienze geotermiche di lunga data con altri partner europei”.

Il secondo dimostratore invece sarà realizzato presso la centrale di recente costruzione di Balmatt (Belgio): una centrale a ciclo binario che utilizza fluidi geotermici profondi a circa 120°C, realizzata e gestita da VITO.

L’obiettivo di GeoSmart per questo sito è dimostrare il valore aggiunto degli accumuli di energia termica, per aumentare flessibilità ed efficienza dell’impianto nella produzione di calore ed elettricità da impianti geotermici.

La conservazione di calore a temperature elevate consentirà infatti di valutare la possibilità di modulare l’erogazione di energia termica ad una rete di teleriscaldamento già esistente, oltre che variare la generazione elettrica del gruppo ORC (Organic Rankine Cycle) nei momenti di picco di richiesta da parte delle reti.

L’altro intervento innovativo previsto per Balmatt vedrà la realizzazione di un ulteriore stoccaggio termico.

In questo caso si tratterà di un accumulo stagionale, attraverso l’impiego della tecnologia ATES (Aquifer Thermal Energy Storage – Stoccaggio Termico in Acquifero) a servizio del sistema di raffreddamento dei fluidi a valle della generazione elettrica.

Nei mesi estivi si otterrà così una maggiore efficienza e produzione dell’ORC, rispetto ai tradizionali sistemi di raffreddamento a secco o adiabatici per cicli binari.

In questo progetto, iniziato a giugno 2019 e della durata di 48 mesi, “CoSviG giocherà un ruolo importante nel fornire al partenariato le sue competenze ed esperienze nella rimozione degli ostacoli non tecnici,” riporta il dott. Dario Bonciani, referente del progetto per il Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche “promuovendo politiche favorevoli all’implementazione dei risultati ottenuti da GeoSmart e contribuendo allo sviluppo ed analisi delle performance tecnico-economiche”.

Grazie al ruolo di rilievo giocato nel settore geotermico a livello nazionale – prosegue Bonciani – CoSviG si occuperà anche delle attività di disseminazione dei risultati in Italia, con l’obiettivo ultimo di favorire la diffusione nel mercato nazionale delle soluzioni tecnologiche individuate dal progetto, assicurando una maggiore competitività dell’intero comparto delle fonti energetiche rinnovabili.

Maggiori informazioni e aggiornamenti sul progetto sono disponibili sul sito del progetto www.geosmartproject.eu (in inglese)