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Fotovoltaico: già raggiunto l’obiettivo del 2020 fissato lo scorso anno, ma i problemi non mancano

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L’Italia ha raggiunto, con ben nove anni di anticipo, l’obiettivo nazionale per il fotovoltaico fissato dal Piano d’Azione Nazionale per le energie rinnovabili ma il Quarto Conto Energia già presenta notevoli criticità

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

L’obiettivo degli 8.000 Megawatt fotovoltaici installati in Italia entro il 2020 è già stato raggiunto secondo i dati del contatore virtuale disponibile sul sito del Gestore dei Servizi Energetici (GSE).

Il contatore solare aggiorna, in tempo reale, il numero e la potenza degli impianti già in esercizio e per i quali è stata presentata domanda di incentivi.

Il contatore segnava, infatti, il 25 luglio una potenza complessiva incentivata pari a 8,4 Gigawatt (8.475.337 Kw per l’esattezza), obiettivo che poco più di un anno fa il governo aveva fissato per il 2020.

La cifra potrebbe subire degli aggiornamenti a seguito di ulteriori aggiornamenti da parte del Gestore, che dovrà verificare la validità delle richieste di incentivazione presentate, ma le variazioni non dovrebbero comunque cambiare di molto la situazione attuale.

Il raggiungimento del target si era rivelato assai probabile già pochi mesi fa, motivo per cui, a seguito di numerose segnalazioni, era stato aumentato a 23 Gigawatt (anziché a 9 come inizialmente proposto) la quota di fotovoltaico che avrebbe goduto degli incentivi come previsto nel Quarto Conto Energia,.

I dati del contatore del GSE rilevano che la maggiore quantità di potenza installata c’è stata con il Secondo Conto Energia con ben 6,4 Gigawatt a fronte dei circa 164 Megawatt incentivati con il Primo Conto Energia e degli 1,3 Gigawatt con il Terzo, che è rimasto in vigore solo pochi mesi (invece dei due anni previsti) e 501 Megawatt con il Quarto Conto Energia entrato in vigore il primo giugno scorso.

Per quanto riguarda invece il numero degli impianti in esercizio, in totale sono 250.062 quelli che godono dei sussidi statali, dei quali 5.733 usufruiscono delle tariffe del Primo Conto Energia, 199.079 sono incentivati col Secondo, 33.937 con il Terzo e 11.313, almeno per il momento, con il Quarto.

Ma i problemi sorti con l’ultimo provvedimento in atto non mancano.

Dopo la Regione Sicilia che lamentava gli errori commessi dal GSE (peraltro ammessi dallo stesso gestore) nella compilazione della graduatoria dei grandi impianti incentivati, anche Assosolare scrive al Ministro Paolo Romani per segnalare il fatto che il nuovo registro creerebbe enormi problemi alle aziende.

Alla data del 22 luglio– scrive il presidente di Assosolare, Gianni Chianetta -non è ancora pubblicata la graduatoria corretta degli impianti ammessi al registro, e non è altresì pubblicata la graduatoria che contiene la lista dei progetti che probabilmente verranno “ripescati” in sostituzione dei grandi impianti che saranno entrati in esercizio entro il 31 agosto”.

L’associazione segnala poi il fatto che si sarebbero verificati notevoli problemi tecnici nell’iscrizione al registro, ossia nell’inserimento di dati e documenti nel portale GSE, che “rivelano l’estrema difficoltà di gestione di un meccanismo dimostratosi macchinoso e inefficiente con conseguenti danni per l’intero comparto”.

Il GSE si sarebbe trovato quindi a “dover applicare in poco tempo un sistema errato all’origine e a dover fronteggiare le conseguenti problematiche con un inevitabile sovraccarico di lavoro”.

E non è questa la sola criticità segnalata.

Ci sono, infatti, problemi anche nell’applicazione “del bonus del 10% sulle tariffe spettanti per gli impianti realizzati con componenti prodotti all’interno dell’Unione Europea”.

Ovvero un premio previsto- oltre all’incentivo -per gli impianti che installano tecnologie provenienti da filiere italiane o europee.

Il problema si sarebbe verificato per la difficoltà ad ottenere la certificazione su impianti in costruzione o già entrati in esercizio dal 1 giugno, per cui non è prevista in sostituzione l’autocertificazione da parte dei produttori, con il rischio di rendere inapplicabile la norma.