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Fare business rispettando l’ambiente

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Buone pratiche, i modelli locali da portare come esempio al grande evento milanese

Fonte: La Nazione, Cronaca di Pisa – Pontedera

Autore: c.m.

BUONE pratiche, modelli da esportare e da portare come esempio all’Expo di Milano. Anche in questo caso, come in quello delle idee innovative, sono state scelte dieci esperienze, dieci eccellenze in tema con quello che è il titolo dell’Expo, «Nutrire il pianeta, energia per la vita». Non poteva non rientrarvi la Comunità del cibo da energie rinnovabili, un progetto a cui partecipa anche Slow Food Toscana e che prende il via in Valdicecina, patria della geotermia, nel 2009.
«SIAMO 14 soci – racconta Mario Tanda, presidente della comunità e agricoltore di Monterotondo Marittimo, in provincia di Grosseto —. Ci sono due consorzi, soci sostenitori, e 12 produttori tra la Valdicecina e la Maremma. Cosa hanno in comune i soci? Tutti hanno sede in Toscana e qui producono la loro materia prima e tutti utilizzano per farlo almeno il 50% di energia rinnovabile, autoprodotta». Nel dettaglio: c’è l’Antica Filiera di Castelnuovo VdC, che alimenta tutto il processo di lavorazione del latte con la geotermia, l’energia del sottosuolo; c’è il famoso panificio di Montegemoli i cui forni a legno sono alimentati a biomassa; c’è Villa Magra di Santa Luce, che sfrutta l’energia dalla biomassa e il fotovoltaico. Il consorzio dell’agnello pomarancino sta realizzando un laboratorio che sarà alimentato con la geotermina ed entrerà di diritto a far parte della comunità.
LE BUONE pratiche però vanno anche insegnate e diffuse. E’ questo lo scopo del Piano del Cibo elaborato dall’associazione Laboratorio di studi rurali Sismondi e Università di Pisa su input della Povincia di Pisa. Un processo partecipativo ha visto il coinvolgimento di molti soggetti amministrazioni pubbliche, soggetti economici, associazioni, ecc..) ed ha portato alla redazione di due documenti, la Carta del cibo e la Strategia. Nella Carta del cibo — spiega Silvia Innocenti — sono enunciati i principi fondamentali, che scaturiscono dall’idea di città verso cui tendiamo e gli obiettivi specifici per garantire la sicurezza alimentare dei cittadini. La Strategia individua le azioni che possono attori pubblici e privati con l’intento di dare vita ai principi della Carta del Cibo». Le principali applicazioni, facile dedurlo, sono nelle mense scolastiche e nella sensibilizzazione ad una corretta alimentazione tra i più piccoli. O più semplicemente in un tentativo di indirizzo delle amministrazioni. «Pensiamo agli orti sociali. In genere si pensano i bandi sul target di persone anziane mentre potrebbero usufruirne associazioni, scuole, famiglie in difficoltà. Un’opportunità in più».