Home Cosvig Energie rinnovabili e settore primario: un’intesa possibile

Energie rinnovabili e settore primario: un’intesa possibile

897
0
CONDIVIDI
L’integrazione dell’economia agricola con le energie rinnovabili può essere una delle strategie per uscire dalla crisi economica in corso e un tassello importante per la costruzione di un’economia ecologica

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

C’è chi considera l’utilizzo delle energie rinnovabili un grave danno all’agricoltura, in particolare per quanto riguarda la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra, perché ritenuti responsabili di consumo di territorio coltivabile, ma dal mondo agricolo non la pensano allo stesso modo. O almeno non tutti.

Da un’analisi del comitato scientifico del centro Studi Helios, organismo promosso dalla Confeuro, la Confederazione delle Associazioni e dei Sindacati Liberi dei Lavoratori Europei, emerge, infatti, che il mercato nazionale delle energie rinnovabili può realmente costituire un trampolino di lancio per l’industria agroalimentare italiana e diventare un nuovo settore di eccellenza dell’economia del Paese.

Quindi l’integrazione dell’economia agricola con le energie rinnovabili può essere una delle strategie per uscire dalla crisi economica in corso e un tassello importante per la costruzione di un’economia ecologica.

Secondo l’analisi del centro studi Helios vi sarebbero, infatti, buone prospettive per la diffusione delle energie rinnovabili nel settore agricolo, anche più positive di quelle indicate nel Piano di azione nazionale, che l’Italia ha presentato all’Unione europea a fine giugno come previsto dalla Direttiva sulle energie rinnovabili (2009/28/CE), per indicare come verrà raggiunta la quota che spetta al nostro paese per ottenere l’incremento del 20% di produzione di energia da fonti rinnovabili attesa al 2020 nei paesi Ue.

Una previsione che trova analogo ottimismo nello studio presentato recentemente dal Gse in cui si sottolinea che, nonostante la crisi economica e finanziaria internazionale, il comparto delle rinnovabili a livello globale, ha resistito meglio di molti altri settori industriali.

Il 2009 ha registrato, infatti, un incremento delle energie pulite, che hanno capitalizzato una buona crescita rispetto all’anno precedente con una potenza installata di oltre 26.500 MW (+11%) e una produzione complessiva di 69.300 MW (+19%).

«Sulla scorta dei dati del centro studi Helios – ha dichiarato il presidente della Confeuro, Rocco Tiso – vogliamo rilevare che tutto il sistema delle energie rinnovabili punta al contenimento dei fattori d’inquinamento del pianeta, contributo minimo e indispensabile per la tutela della qualità di ciò che mangiamo e la salvaguardia stessa del nostro ecosistema.»

Due punti di riferimento assai importanti per l’agricoltura di qualità.

«E’ semplicemente straordinario – prosegue Tiso – poter contare su settori di business particolarmente sviluppati e vedere in crescita il comparto delle biomasse, che coinvolge a livello industriale soprattutto la termotecnica, quello del solare, i cui punti di forza risiedono nella installazione e nella produzione di Inverter e serbatoi di accumulo; interessanti vantaggi per il sistema agro industriale sono offerti inoltre dalla geotermia».

Come dire tutte le fonti rinnovabili possono offrire una valida sinergia al comparto agricolo e possono rappresentare un supporto importante in un momento di crisi profonda del settore.

«In un momento storico importante come questo, in cui la crisi sta mettendo in ginocchio il settore primario – ha, infatti, sottolineato il presidente di Confeuro – puntare sulla tutela dell’ambiente attraverso le energie rinnovabili vuol dire rilancio dell’economia e ripresa dello sviluppo.»

Per quanto riguarda in particolare la geotermia il riscaldamento delle serre è il sistema più comune di sfruttamento di questa fonte energetica in agricoltura, per la coltivazione di verdure e fiori fuori stagione o in climi diversi da quelli originari.

Inoltre, il calore estratto dai fluidi geotermici può essere utilizzato per pulire, sterilizzare e deumidificare gli ambienti di allevamento, migliorando le condizioni sanitarie degli animali o per processi di essiccazione.

Pratiche che sono diventate diffuse, assieme all’uso dell’energia elettrica da fonti geotermiche, nelle aziende che aderiscono alla comunità del cibo a energia rinnovabile della Toscana, indicata da Carlin Petrini – presidente di Slow Food- come un esempio di eccellenza nella salvaguardia degli ecosistemi, e nella promozione di modelli di sviluppo sostenibile.

Imprese che spesso integrano l’uso diretto dell’energia geotermica sotto forma di calore, con altre energie rinnovabili per le loro aziende o nei loro processi di trasformazione dei prodotti agricoli.

Con risultati eccellenti in termini di qualità dei prodotti ottenuti, come certifica il loro inserimento nei circuiti slow food, e in termini di rispetto dell’ambiente per le generazioni presenti e future.

Il progetto, frutto di un’intesa tra il Co.Svi.G, Slow food Toscana e Fondazione slow food per la biodiversità, che si è già consolidato nel Distretto delle energie rinnovabili, individua nei territori soluzioni appropriate per la produzione agro-alimentare con sistemi innovativi per il risparmio energetico e la tutela dell’ambiente, puntando sulla produzione caratterizzata dalle tecnologie di processo relative alle energie rinnovabili.

Un esempio concreto di come l’uso appropriato delle energie rinnovabili in agricoltura possa rappresentare una straordinaria sinergia per favorire la sostenibilità dello sviluppo di territori spesso marginali.