Home Cosvig È nato il Torymus, salvatore dei castagni

È nato il Torymus, salvatore dei castagni

610
0
CONDIVIDI
A Santa Fiora c’è il centro dove si sviluppa l’insetto che combatte il cinipide: in due giorni 145 esemplari. E l’Amiata spera.

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

Autore: Fiora Bonelli

La riproduzione del Torymus è riuscita e i castagneti dell’Amiata respirano, come i castanicoltori. Nasce a Santa Fiora il Torymus, l’insetto salvatore dei castagni del Monte Amiata, in un allevamento situato a Fonte delle Monache, progetto finanziato dal Ministero delle politiche agricole, grazie al tavolo del castagno a cui partecipa l’associazione castagna amiatina Igp che da tempo sta lavorando per ottenere quello che oggi è considerato un gran bel risultato. Il Torymus, infatti, è l’antagonista naturale del Cinipide galligeno, l’insetto cinese killer dei castagneti, che sta mandando in rovina la fascia arborea castanicola della montagna. Non c’è nessuna difesa contro l’insetto micidiale che con la complicità della cattiva stagione ha azzerato, l’anno scorso, il raccolto di marroni. Nessuna, se non un insetto antagonista che si introduce e si riproduce nelle galle del cinipide stesso, il quale, alla fine sarà scacciato dal nuovo inquilino. Una guerra biologica, già iniziata da un paio di anni e portata avanti a suon di lanci di Torymus che l’associazione della castagna compera dall’Università di Torino e che viene pagata profumatamente dai castanicoltori stessi col supporto di parziali contributi dei comuni montani. Uno scenario drammatico per una delle risorse più significative del Monte Amiata, perché la castanicoltura arriva a far circolare in un anno oltre sei milioni di euro di lire in caso di raccolto medio. Per cui l’allevamento autoctono di Torymus costituisce un grande risultato anche in termini economici: in questo modo l’Amiata potrebbe essere autosufficiente nella produzione di antagonista e contenere le spese di acquisto a carico dei proprietari di castagni. Lorenzo Fazzi, presidente dell’associazione castagna Amiata Igp è soddisfatto: «È ormai più di un anno che ci lavoriamo – spiega – e all’inizio dell’anno scorso è stata costruita su apposito progetto della facoltà di ingegneria di Firenze, la casetta per ospitare le galle del cinipide, che sono quelle che il Torymus sceglie come propria dimora». Un progetto messo in campo grazie all’impegno di tanti soggetti: il responsabile fitosanitario della Regione Toscana Alessandro Guidotti, di Fabrizio Pennacchio del Cra di Firenze, di Paolo Franchi, Francesca Galli e Alessandra Vichi del consorzio forestale amiatino, di due periti agrari Leonardo Aluigi e Fulvio Fazzi e dei presidenti del consorzio forestale e dell’associazione castagna Fiorenzo Caselli e Lorenzo Fazzi. «Le galle raccolte sono state 10.300 e sono stati scelti i castagneti già trattati col Torymus. Le galle – continua Fazzi – sono state disposte in sei scatole e in ogni scatola sono stati sistemati due lucernoni dove ora si stanno schiudendo gli antagonisti che in due giorni sono già 145. Si consideri che un lancio ottimale si compone di undici provette in ciascuna delle quali vi sono quindici insetti, di cui dieci femmine, riconoscibili per la lunga proboscide dove tengono le uova e con cui forano le galle. A questo punto, vista l’operazione che sta dando questi esiti lusinghieri, saremo spero in grado di produrre tanti insetti sufficiente per essere inseriti nelle zone più infestate ogni anno. Ci sarà da fare un monitoraggio costante dei castagneti e lanciare l’antagonista dove c’è maggior bisogno». Il luogo scelto per l’allevamento del Torymus è la Fonte delle Monache, dove fino a qualche anno fa c’era il vivaio forestale, poi chiuso, e dove si vorrebbe, con l’allevamento del Torymus, allevare anche delle specie arboree particolari, come alberi da frutto autoctoni che rischiano l’estinzione. «Il consorzio forestale – spiegano Franchi e Galli del consorzio forestale amiatino – ha in mente di impiantarvi attività di recupero di vecchie specie di castagno, faggi, alberi da frutto ed altre essenze e c’è la possibilità anche di poter recuperare la struttura in muratura dell’ex vivaio facendola diventare una foresteria con aula didattica»