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Distretto verde, via al progetto

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Sul tavolo gli impianti anaerobico e per la depurazione del liquami di Gida e l’energia geotermica.
Il sindaco Cenni presenta le linee: «Entro un anno cabina di regia»

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Prato

Autore: Sara Camaiora

Promuovere lo sviluppo ecologico creando un “distretto verde”: a Prato è possibile. Il percorso verso la green economy è in fase progettuale: in meno di un anno secondo il sindaco Roberto Cenni si passerà alla costituzione di una cabina di regia e alla definizione delle fattibilità e delle tempistiche di realizzazione. «Le associazioni di categoria condividono gli intenti, in vista c’è la possibilità di aggregare imprese o in un consorzio o in un sistema di reti mentre le partecipate saranno da subito coinvolte nel progetto – spiega Cenni – La presa di coscienza del distretto c’è stata da tempo, da quando cioè industrie tessili hanno promosso il riciclo di materiale di scarto producendo il cardato con fibre rigenerate». Potenziali soggetti da coinvolgere nel progetto oltre alle aziende partecipate, Asm, Consiag, Gida, Publiacqua, Pin ed Enel, anche la Camera di Commercio, la Asl, la Fondazione Cassa di risparmio, il Consorzio cardato, la Cap, i sindacati, le scuole. Ruolo dell’amministrazione, secondo Cenni, «semplicemente fare da sponda al progetto e ricercare facilitazioni». Iniziative in campo ambientale già in fase di realizzazione sono il protocollo d’intesa firmato da Asm, Gida e Pin per la realizzazione di impianti per il recupero di energia, anche di tipo anaerobico per il trattamento della frazione umida e per la produzione di energia rinnovabile; l’impegno della Gida a realizzare impianti di depurazione di liquami, come quello di Baciacavallo; il protocollo Prato Full digital, che snellisce la burocrazia rendendo i certificati cartacei scaricabili online; la nascita del marchio cardato rigenerato Co2 neutral e il percorso verso la certificazione ambientale Emas, entrambe iniziative promosse da Camera di commercio e industriali. Tra gli obiettivi possibili, invece, l’utilizzo di sonde geotermiche negli edifici, recuperando, tramite pozzi sotterranei, acqua a 40 gradi di temperatura e ricavando così energia pulita a emissioni zero, «esperimento che è già stato realizzato con buoni risultati nelle due scuole materne di Mezzana», commenta il sindaco. Altro potenziale intervento, da svolgere in collaborazione con Publiacqua, il progetto “bevi l’acqua di casa”: «Dotare le famiglie di un apparecchio di filtrazione dell’acqua corrente impedirebbe un accumulo di costi, trasporti e rifiuti».