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Nuova centrale per la geotermia Cento addetti in cinque anni

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Bagnore 4: ecco il progetto di Enel Green Power sull’Amiata

Fonte: La Nazione, Grosseto

Autore: Cristina Rufini

Presente e futuro delle potenzialità geotermiche sul territorio spiegati da Massimo Montemaggi, responsabile geotermia del gruppo Enel Green Power.  Geotermia che in questo periodo, tra messa in esercizio di nuove centrali e attesa per sbloccare progetti e studi epidemiologici, è tornata di grande attualità.

”Non c’è dubbio che la geotermia, per Grosseto e per la Toscana, sia, da sempre, uno dei temi centrali per quanto riguarda il settore energetico e ambientale. Questa risorsa è unica al mondo e fornisce alla nostra regione oltre 5 miliardi di chilowattora annui, pari a più del 25% del fabbisogno energetico regionale e corrispondente ai consumi di circa 3 milioni di famiglie. Fa inoltre risparmiare oltre 1 milione di tonnellate di petrolio ed evitare l’immissione in atmosfera di 3,5 milioni di tonnellate di Co2. Il tutto grazie alle 34 centrali geotermiche di Enel Green Power che hanno una capacità installata di 862,5 megawatt. Un grande patrimonio che, nel rispetto dell’ambiente, intende svilupparsi ancora nell’ambito del Protocollo firmato con la Regione”.
A proposito di rispetto dell’ambiente e dei territori in cui operate, pochi giorni fa l’Agenzia Regionale di Sanità ha presentato la ricerca epidemiologica dell’area amiatina, da cui sembrano non emergere rischi sanitari. E’ un via libera allo sviluppo della geotermia?
”La ricerca di Ars e Cnr, commissionato dalla Regione, ha confermato quello che altri studi di altri autorevoli enti — Università di Siena, Asl di Siena, Istituto Superiore di Sanità — e Università di Firenze avevano già delineato, ovvero che la geotermia non comporta alcun pericolo per il territorio sia dal punto di vista ambientale che da quello sanitario. Vorrei sottolineare come, da parte di Enel Green Power, ci sia sempre stato un atteggiamento costruttivo e collaborativo con le istituzioni e gli enti preposti al controllo e alle indagini, fiduciosi che, alla fine, sarebbe emerso che la produzione di energia elettrica da fonte geotermica è ‘solo’ una preziosa risorsa che fa della Toscana un’eccellenza che esporta conoscenze e know how in tutto il mondo”.
In occasione del convegno «Svegliati Maremma», organizzato da La Nazione, Enel Green Power ha posto il problema di Bagnore 4: o si sblocca il progetto o la provincia grossetana perderà una grande opportunità. È così?
”È esattamente così: la centrale di Bagnore 4, a Santa Fiora, è un progetto importante che è fermo dal 2005. L’accordo attuativo sulla geotermia con la Regione ha confermato la validità del progetto di Bagnore 4 e, nonostante la corposa mole di studi e le numerose integrazioni, ci sono ancora problemi nel risolvere positivamente l’iter. Siamo comunque fiduciosi che il buonsenso di tutti gli attori in campo possa concorrere a dare il via libera ad un progetto da 135 milioni di euro, che potrebbe aprire prospettive significative non solo dal punto di vista della produzione di energia, ma anche sul versante, non trascurabile, dell’occupazione e degli altri usi del calore geotermico”.
Ci può spiegare, nel dettaglio, queste prospettive?
”Nello scorso mese abbiamo messo in esercizio le centrali di Radicondoli 2 e Chiusdino 1, che forniscono una potenza complessiva di 40 Mw di energia rinnovabile per la Toscana. Impianti che garantiscono i migliori standard di qualità e sicurezza. Lo stesso potrebbe avvenire per Bagnore 4. Peraltro, l’Amis (Impianto di abbattimento mercurio e idrogeno solforato), da noi brevettato, garantisce ottime performance. Sul versante ricadute occupazionali possiamo ipotizzare che questo progetto porti a occupare oltre 100 addetti per 5 anni tra diretti ed indiretti, oltre all’indotto ulteriore che può derivare dall’esercizio”.