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Da GeoSmart un webinar per capire come ibridare la geotermia con le altre fonti rinnovabili

Un’opportunità per utilizzare al meglio il calore del sottosuolo per la produzione elettrica o usi diretti, in abbinamento con fonti come solare termico o biomassa

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Un’opportunità per utilizzare al meglio il calore del sottosuolo per la produzione elettrica o usi diretti, in abbinamento con fonti come solare termico o biomassa


Nell’ambito di GeoSmart, un progetto internazionale finanziato dal programma UE Horizon 2020 che riunisce 19 soggetti a livello internazionale – cui partecipa anche il Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche (CoSviG) – si terrà il prossimo 22 marzo il webinar gratuito GeoSmart – Opportunities and challenges for hybridization of geothermal with biomass and concentrated solar thermal.

L’appuntamento online, che si svolgerà dalle ore 14 alle 15, è promosso dal coordinatore di GeoSmart (TWI) e vedrà come protagonista Derek K. Baker, professore di Ingegneria meccanica alla Middle East Technical University (METU) e ricercatore senior al the Center for Solar Energy Research and Applications (GUNAM) di Ankara.

Il webinar consentirà ai partecipanti di apprezzare le opportunità e le sfide per la realizzazione di impianti geotermici ibridi, attraverso i risultati ottenuti nell’ambito del progetto europeo GeoSmart e non solo; il seminario online fornirà infatti anche una breve panoramica di un altro progetto Horizon (Cst4all), volto ad identificare sinergie tra diverse tecnologie rinnovabili, oltre che promuovere successivamente attività di “collaborazione” tra le varie fonti energetiche.

In particolare, l’ibridizzazione della geotermia con altre rinnovabili – come solare termico a concentrazione (CST) e/o biomassa – costituisce una grande opportunità per utilizzare al meglio il calore rinnovabile del sottosuolo sia la produzione elettrica sia per usi diretti, anche in presenza di fluidi a temperature basse o medie.

Tuttavia, le caratteristiche delle unità di produzione degli impianti geotermici sono tipicamente differenti da quelle degli impianti a concentrazione solare o a biomassa. Tali differenze possono porre delle sfide alla progettazione di impianti ibridi efficienti: durante il webinar, saranno fornite informazioni sulle caratteristiche delle risorse e delle tecnologie in ambito geotermico, oltre che per quanto riguarda le biomasse ed il solare termico a concentrazione.

Sotto questo profilo, oltre a promuovere un solido approccio teorico, la comunità geotermica toscana è già in grado di offrire un virtuoso esempio di ibridizzazione grazie all’impianto Cornia 2, il primo al mondo – inaugurato nel 2016 – a integrare con successo geotermia e biomassa.

A Castelnuovo Val di Cecina (PI), la centrale geotermoelettrica Cornia 2 gestita da Enel Green Power continua ancora oggi ad offrire un esempio virtuoso di innovazione tecnologica, tanto da essere annoverata da Legambiente tra le buone pratiche censite nel rapporto Comunità rinnovabili 2022: Cornia 2 rappresenta infatti un impianto dove la coltivazione della geotermia si coniuga con l’impiego delle biomasse locali, permettendo un uso efficiente delle risorse residue dell’agricoltura e delle foreste e l’utilizzo di colture in aree marginali.