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Costruzioni. Oltre 70 aziende partecipano al progetto Abitare Mediterraneo Cresce il network dell’edilizia «verde»

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La regione Toscana ha colto il trend finanziando un progetto – Abitare Mediterraneo – sviluppato dall’Università di Firenze in sinergia con alcune aziende

Fonte: Il Sole 24 Ore – Centro Nord

Autore: Giovanna Mezzana

La crisi che attanaglia il settore dell’edilizia spinge le aziende toscane più versatili a spostarsi su nuovi segmenti di mercato, come quello della progettazione e costruzione che assicura risparmio energetico e sostenibilità ambientale. La regione ha colto il trend finanziando un progetto – Abitare Mediterraneo – sviluppato dall’Università di Firenze in sinergia con alcune aziende.
Nato con un dna di dodici imprese, il network si è allargato ad una settantina di realtà: il 90 per cento sono piccole e medie imprese – toscane perla stragrande maggioranza, ma ci sono Pmi anche del Centro e del Nord del Belpaese – a cui si aggiungono Pa e grandi investitori privati. Obiettivo, fare della Toscana un laboratorio internazionale dell’abitare mediterraneo per la ricerca, la sperimentazione progettuale su casi di studio, la realizzazione di edifici ecosostenibili.
Per le aziende del network, l’occasione di business e di stimolo alla ricerca di nuove soluzioni si unisce alla possibilità di testare i materiali, superando gli ostacoli dell’integrazione dei prodotti perché un edificio ecosostenibile non è una sommatoria di materiali. Il progetto rappresenta «il giusto equilibrio tra la ricerca e la messa in opera che il mercato richiede» commenta Giuliano Davini della lucchese Davini Prefabbricati, azienda di serramenti e strutture leggere e che ha saputo cambiare pelle prima che il mercato lo imponesse: «Abbiamo cominciato negli anni 80 a fare ricerca per trovare una tecnologia che permettesse di differenziarci e di ridurre la fetta di business legato alla serramentistica standard», segmento ormai saturo e denso di concorrenza. Punta di diamante della Davini Prefabbricati è la realizzazione di "facciate dinamiche", cioè facciate di edifici realizzate con materiali leggeri che si comportano in maniera intelligente: generano energia da pannelli fotovoltaici, aprono e chiudono schermi protettivi, sono dotate di tende che assicurano anche la ventilazione. L’azienda sta lavorando a uno dei casi-studio di Abitare Mediterraneo, a Lucca, nell’area ex Bertolli, dove è prevista la ristrutturazione di un immobile per realizzare un edificio (del Polo tecnologico lucchese) che abbia prestazioni energetiche tali da contenerne i consumi. Il mercato sembra promettente: «Il momento è difficile, ma una volta superate le difficoltà che si riscontrano nel comparto dell’edilizia, ci aspettiamo un boom dei prodotti e delle applicazioni ecosostenibili», valuta Chiara Avezzano di Palagio Engineering, azienda di Greve in Chianti specializzata nella realizzazione di pareti ventilate in cotto, nata già con una vocazione "green" -utilizza un materiale naturale, l’argilla, e i prodotti sono installati a secco – nia che negli anni ha affinato competenze e tecnologia.
Il progetto Abitare Mediterraneo – il cui cardine è la realizzazione di un Test Cell, cioè un laboratorio per misurare il comportamento termico di nuovi componenti di facciata, grazie alla sinergia tra facoltà di architettura e ingegneria dell’Università di Firenze – cerca di favorire le aziende nell’intercettare un «trend di mercato che si sposta sempre più verso criteri di sostenibilità», nota Antonella Trombadore, referente tecnico del progetto, l’obiettivo ulteriore è quello dell’esportazione di un vero e proprio modello costruttivo: «Teniamo conto che l’idea dell’Abitare Mediterraneo è applicabile dalla Tunisia al Marocco, all’Asia Minore – conclude Trombadore – finanche agli States e alla Cina».