L’Arpat ha pubblicato il report del Monitoraggio delle aree geotermiche toscane, effettuato nel 2013, con i risultati dell’attività di controllo delle emissioni delle centrali geotermoelettriche. Non si evidenziano particolari criticità e c’è il rispetto delle normative vigenti, tuttavia l’Arpat precisa che “i parametri normati dalle leggi nazionali non contemplano tutti gli inquinanti emessi” ed “i valori limite non sono assolutamente rappresentativi della realtà emissiva delle centrali geotermoelettriche”. La situazione cambierà nei prossimi mesi, in quanto per molte centrali sono in scadenza le autorizzazioni alle emissioni in atmosfera che dovranno adeguarsi alla nuova normativa regionale, con maggiori restrizioni nei limiti ammessi.
IL QUADRO DI RIFERIMENTO. Alle Regioni spetta il compito di valutare la qualità dell’aria e la Toscana dal 1996, ha affidato ad ARPAT lo svolgimento delle attività per valutare la sostenibilità e la compatibilità ambientale della coltivazione dei fluidi geotermici. L’Arpat, oltre al controllo delle emissioni delle centrali, ha eseguito il monitoraggio della qualità dell’aria del territorio geotermico, focalizzando l’attenzione sugli inquinanti ‘Mercurio gassoso’ e ‘Acido solfidrico’, in quanto “ritenuti rappresentativi delle pressioni esercitate dalle attività geotermiche”.
LE CENTRALI GEOTERMICHE. In Toscana la produzione di energia elettrica tramite la coltivazione dei fluidi geotermici, rappresenta un’importante fonte energetica che, con una produzione di circa 5 miliardi di chilowattora all’anno fornita dalle 34 centrali geotermoelettriche presenti nella Regione, riesce a coprire oltre il 26% del fabbisogno elettrico toscano.
Ad oggi, 28 di questi impianti sono dotati di AMIS: Abbattitore di Mercurio e Idrogeno Solforato, che permette di "ridurre in modo significativo la concentrazione di questi inquinanti in uscita dall’estrattore gas": mediamente del 99,3% per l’Acido solfidrico e 84,9 per il Mercurio gassoso.
Nel 2013, Arpat ha effettuato 19 controlli alle emissioni delle centrali geotermiche, verificandone 17 sulle 34 totali, con 527 campioni (erano state 11 le centrali controllate nel 2012).
Oltre alla zona del Monte Amiata, in Toscana le centrali sono presenti nell’area geotermica definita ‘tradizionale’ che comprende gli impianti localizzati nei Comuni di Pomarance, Castelnuovo di Val di Cecina, Monteverdi Marittimo, Monterotondo Marittimo, Montieri, Radicondoli e Chiusdino. Nell’Area Tradizionale, nel 2013, sono state in esercizio 30 centrali, per una potenza nominale di circa 794,5 MWe; di queste, 24 sono dotate di AMIS.
Per quanto riguarda i Comuni pisani di Pomarance, Castelnuovo e Monteverdi i controlli dell’Agenzia hanno riguardato le seguenti centrali: FARINELLO (gruppo da 60 Mwe, con 2 AMIS), NUOVA LAGONI ROSSI (gruppo da 20 Mwe con AMIS), VALLESECOLO Gruppo 1 (gruppo da 60 Mwe con AMIS) nel Comune di Pomarance; NUOVA SASSO (gruppo da 10 Mwe con AMIS), SASSO 2 (gruppo da 13 Mwe con AMIS), CORNIA 2 (gruppo da 20 Mwe, senza AMIS), NUOVA MOLINETTO (gruppo da 20 Mwe con AMIS) nel Comune di Castelnuovo Val di Cecina; MONTEVERDI 1 (gruppo da 20 MWe senza AMIS) e MONTEVERDI 2 (gruppo da 20 MWe senza AMIS) nel Comune di Monteverdi Marittimo.
I RISULTATI. "Tutti gli impianti – scrive Arpat – hanno rispettato i valori limite di emissione stabiliti dalla normativa nazionale, ovvero i Decreti del Ministero dell’Industria e dell’Artigianato (MICA) e il Decreto legislativo n.152 del 2006". Tuttavia l’Agenzia precisa che "tale risultato era peraltro atteso, in quanto i parametri normati dalle leggi nazionali non contemplano tutti gli inquinanti emessi e, in più, i valori limite non sono assolutamente rappresentativi della realtà emissiva delle centrali geotermoelettriche”.
Per le centrali più recenti, Chiusdino 1 e Radicondoli 2, sono già recepiti ed applicati i valori limite di emissione definiti dalla normativa regionale, con la delibera della giunta regionale Toscana 344 del 2010, valori che secondo l’Arpat sono "maggiormente rappresentativi della realtà geotermoelettrica". Una normativa alla quale presto dovranno adeguarsi anche gli altri impianti: "nel biennio 2014 – 2015 per la maggior parte delle centrali geotermoelettriche, sono in scadenza le rispettive autorizzazioni alle emissioni in atmosfera".
Nella DGRT 344/2010 sono contenuti i “Criteri direttivi per il contenimento delle emissioni in atmosfera delle centrali geotermoelettriche” con prescrizioni che riguardano: "l’applicazione delle migliori tecniche disponibili, i valori di emissione, i requisiti minimi di esercizio ed il protocollo di gestione e manutenzione impianti". Tali prescrizioni devono essere recepite per la costruzione di nuove centrali e anche per il rinnovo delle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera di quelle esistenti.
La delibera prevede anche requisiti minimi di esercizio circa la funzionalità delle centrali e degli impianti di abbattimento AMIS e l’Arpat sottolinea come il funzionamento dell’Amis sia fondamentale: “la buona efficienza di questi sistemi di abbattimento degli inquinanti è vanificato quando la centrale o l’AMIS vanno fuori servizio e conseguentemente il fluido geotermico viene liberato nell’aria senza trattamenti”. L’Agenzia ha verificato nel 2013 anche i dati di esercizio dei sistemi di abbattimento: “riguardo agli AMIS si evidenzia, come criticità, che 10 centrali su 34, nel 2013, hanno registrato un numero di ore di indisponibilità dell’impianto, per guasti e manutenzioni, pari in media al 22,7% del totale delle ore di funzionamento della centrale”. “Questo dato – prosegue Arpat – deve essere giudicato come non favorevole, soprattutto tenuto presente che nei rinnovi delle autorizzazioni alle emissioni, saranno applicati, come prescrizione all’esercizio, limiti massimi di indisponibilità dell’AMIS del 10%”. “Il gestore degli impianti, Enel Green Power – prosegue la l’Agenzia- sarà chiamato a un particolare impegno per l’applicazione di più efficaci procedure gestionali di conduzione degli impianti”.