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A San Zeno ora c’è la casa a idrogeno

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All’Hydrolab della Fabbrica del Sole il primo edificio off grid, completamente autonomo. Emiliano Cecchini l’ha presentata all’Università La Sapienza

Fonte: Corriere di Arezzo

Autore: Romano Salvi

AREZZO

C’era anche Emiliano Cecchini lunedì
scorso nell’aula magna della facoltà di architettura Valle Giulia
dell’Università La Sapienza: di fronte ad una platea che, quando
si tratta di architettura ecologica, più qualificata non si può in
tutto il mondo. C’era anche Jeremy Rifkin, l’economista
scienziato che è riuscito a convincere perfino i governi americani a
occuparsi di questioni ambientali ed ecologiche, ad ascoltare la
relazione, sulla prima casa che fa a meno dell’Enel, di Nuove
Acque, di Coingas, del direttore del comitato scientifico della
Fabbrica del Sole,nonché assessore comunale all’innovazione. In
realtà ad invitare Cecchini al seminario di Valle Giulia sulla Terza
rivoluzione industriale in Architettura, dichiarata quest’anno alla
Biennale di Venezia, era stato proprio Rifkin, che proprio a San
Zeno, all’Hydrolab della Fabbrica del Sole, ha scoperto l’anima
di uno dei pilastri della rivoluzione pronta a scoppiare in
architettura: l’idrogeno. Che a San Zeno percorre il primo
idrogenodotto del mondo su area urbana, alimenta un prototipo di auto
e condizionatori ad energia solare. Ma ora a San Zeno ad idrogeno non
si costruisce solo l’auto: anche il garage dove metterla e la casa
da abitare. Una casa off-grid, che non ha bisogno di essere collegata
a nessuna rete: né a quella elettrica, né a quella del gas, e
neppure a quella dell’acqua. A tutto provvedono sole, vento e
pioggia. L’idea è partita dalla casa ricaricabile di Mario
Cucinella, che, oltre agli edifici ecologici più noti nel mondo, ha
progettato la casa da 100 metri quadrati e da 100mila euro. Che non è
una casa popolare ma una casa predisposta proprio per aprire dal
basso la terza rivoluzione dichiarata a Venezia. L’incontro tra
Cucinella e Cecchini è stato fatale: a San Zeno hanno di fatto
cominciato la rivoluzione e lì la casa si sta già caricando.
L’hanno già presentata alla Fiera campionaria di Milano la prima
settimana di maggio. Potrà essere costruita dovunque, meglio dove
c’è sole e vento, anche e soprattutto dove non arriva né luce, né
acqua né gas. All’energia elettrica ci pensa, appunto, quello che
di rinnovabile si trova sul posto: il fotovoltaico, l’eolico,
l’idroelettrico, o il geotermico. Così ottenuta, l’energia serve
anche per produrre idrogeno che può essere stoccato in serbatoi a
bassa pressione. E appunto l’idrogeno è il vettore che sostituisce
i collegamenti alle reti. Può essere usato sia come gas tecnico per
dare la giusta densità energetica alle fonti rinnovabili, sia come
gas domestico nei fornelli di cucina. La casa si scalda con il calore
ottenuto dai pannelli solari:immagazzinato e integrato con quello
prodotto dalle caldaie a idrogeno. Ma con lo stesso calore che va ad
alimentare i condizionatori, si raffredda d’estate. All’acqua ci
pensa Giove Pluvio: basta raccoglierla quando piove in una cisterna,
per essere poi potabilizzata. Nessun problema neppure per la rete
fognaria: i liquami e i rifiuti organici finiscono in un vasca
fitodepurativa per essere trasformati in concime. Può servire per il
giardino. É la casa della terza rivoluzione industriale: nulla
prende e nulla rilascia. E a San Zeno sta arrivando una fila di
prenotazioni.

A vederla verrà anche Jeremy Rifkin

Atteso alla Fabbrica del Sole lo
scienziato economista più impegnato nelle questioni ecologiche

Ha scritto 17 libri, tradotti in 15
lingue, adottati in centinaia di università di tutto il mondo,
sull’impatto dei cambiamenti tecnologici sull’economia, sulla
forza lavoro e sull’ambiente. Tra questi Entropy, il best seller
internazionale con il quale per la prima volta si fondevano la teoria
economica con quella ambientale. Così Jeremy Rifkin ha contribuito a
lanciare gli attuali concetti di sviluppo sostenibile. E proprio
Rifkin, una delle personalità americane che più influenzano le
scelte dell’amministrazione federale, ha messo gli occhi sulla casa
off grid dell’Hydrolab della Fabbrica del Sole di San Zeno.
Nell’aula magna della facoltà di architettura di Valle Giulia
dell’Università della Sapienza, ha preceduto l’intervento di
Emiliano Cecchini, con la Lectio magistralis sulla dichiarazione di
Venezia sull’integrazione dei quattro pilastri della terza
rivoluzione industriale in architettura. Poi ha ascoltato Cecchini
nella sua relazione appunto sull’idrogeno, il terzo dei quattro
pilastri. E dopo averlo ascoltato ha promesso che verrà presto ad
Arezzo: per toccare con mano a San Zeno quello che a Valle Giulia ha
saputo sulla casa senza rete.