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Vertenza Smith: I sogni infranti di Nina e Tania

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Le lavoratrici: «Pensavamo di raggiungere la pensione qui.
Ma se le cose andranno male come ci ricollocheremo?»

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Cecina

Autore: Andreas Quirici

«Pensavamo di raggiungere la pensione lavorando alla Smith, invece…». Tania Carmignani e Nina Onnis sono due donne che stanno lottando per il loro stipendio in una condizione estremamente sfavorevole. Entrambe sono divorziate e sono mamme di due figli. Tutte e due sono, quindi, monoreddito e lo spettro di rimanere senza lavoro non le fa dormire. Tania ha 47 anni, Nina 60. Sono state assunte lo stesso giorno e la paura, adesso è quella di ritrovarsi senza occupazione di nuovo insieme. «Ma la nostra battaglia è quella di non perdere nessun posto di lavoro – dicono – perché sarebbe comunque una sconfitta. Questa azienda rischia di chiudere perché non è più strategica, non perché facciamo male il nostro lavoro». Sette luglio del 2000, il giorno della firma del contratto per l’assunzione a tempo indeterminato di Tania e Nina. Un giorno che ricordano in maniera netta. Anche se gli eventi di questi giorni, tanti e così forti, potrebbero cancellare qualche bella sensazione. «Non me lo dimenticherò mai – dice Carmignani – Ero davvero felice e guardavo alla mia vita con la tranquillità di chi può contare almeno sullo stipendio». La quarantasettenne è infermiera professionale e fa proprio quello di lavoro, dentro la Smith. «Pensate quante aziende in generale si possono permettere una figura come la mia tra i dipendenti fissi – riprende la donna – Impensabile un inquadramento come il mio in altre realtà della Valdicecina. Pensavo davvero di aver trovato la serenità economica e di poter andare in pensione lavorando alla Smith». Le due dono accomunate dal sospiro con cui ripensano a ciò che avevano conquistato con tanta fatica e che potrebbe sfuggire loro dalle mani. «Avevo ottenuto l’assunzione a tempo indeterminato a un’età in cui non è facile trovare un lavoro stabile – dice Nina – A 45 anni avevo davanti a me una seconda vita lavorativa tranquilla. Pensavo anche io di riuscire a maturare i contributi per la pensione, invece con questa botta non so come farò. Anche perché a 60 anni non ci sono sbocchi. Nessuno ti assume. Non prendono mia figlia di 35 anni, figuriamoci una come me». Per Tania la situazione è difficile alla stessa maniera: «L’unico sistema per ricollocarmi sarebbe andare in cliniche private o fare l’assistenza diretta, perché a 47 anni non possono più fare i concorsi pubblici per le strutture sanitarie. E la prospettiva è sicuramente negativa rispetto alle condizioni in cui lavoravo alla Smith». Lo scoramento per le due donne è evidente. Ma anche la voglia di non mollare. "È chiaro che la chiusura della Smith provocherebbe un terremoto in Valdicecina – aggiungono Tania e Nina – Ma è altrettanto chiaro a tutti che la risposta dei dipendenti è straordinaria. Stiamo dimostrando unità e voglia di non arrenderci ai voleri di una multinazionale che non guarda alla storia e al futuro di questa azienda e dei loro lavoratori. Ma solo al profitto immediato che possono trarre dai loro giochi finanziari. E contro questo sistema noi combatteremo per vincere la nostra battaglia».