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Varato il decreto sulle rinnovabili termiche e sull’efficienza nelle pubbliche amministrazioni.

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Ecco come funzionerà

Fonte:

Autore: Fabio Tognetti*

È stato varato ieri, dai tre ministeri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente delle Politiche agricole, lo schema di decreto ministeriale per l’incentivazione delle rinnovabili termiche (attraverso il cosiddetto Conto termico, un meccanismo che ricalca in parte il Conto energia per il fotovoltaico) e dell’efficienza nelle Pubbliche Amministrazioni. Un provvedimento lungamente atteso (da oltre un anno), il cui iter prevede adesso che passi all’esame della Conferenza Unificata.
Negli intenti del Governo si tratta di uno strumento essenziale "per il raggiungimento e il superamento degli obiettivi ambientali europei al 2020," concepito "per dare impulso alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili (riscaldamento a biomassa, pompe di calore, solare termico e solar cooling) e di accelerare  i progetti di riqualificazione energetica degli edifici pubblici." Inoltre viene sottolineato l’intento di rafforzare la leadership tecnologica della filiera nazionale in comparti con un forte potenziale di crescita internazionale. Secondo le stime il decreto porterà a un risparmio di 15,88 Mtep al 2020, pari al 90% dell’obiettivo sulle rinnovabili termiche e al 9% di quello sul risparmio energetico. Le risorse necessarie alle incentivazioni saranno prelevate dalle bollette del gas: l’onere in bolletta stimato al 2020 è pari a circa il 2% del costo del metro cubo di gas naturale, per un totale di spesa annua pari a 879 milioni di euro. Il tetto di spesa annuale sarà di 700 milioni di euro per i privati e 200 milioni per il pubblico e, dopo sessanta giorni dal superamento di questi tetti, l’accesso agli incentivi sarà chiuso e fino all’aggiornamento eventuale del decreto non saranno accettate nuove domande (il limite di spesa verrà rivisto dopo 2 anni dall’entrata in vigore del decreto).
Per ciò che riguarda le fonti rinnovabili termiche, il nuovo sistema incentivante "promuoverà interventi di piccole dimensioni, tipicamente per usi domestici e per piccole aziende, comprese le serre, fino ad ora poco supportati da politiche di sostegno", grazie a un incentivo che coprirà mediamente il 40% dell’investimento e che verrà erogato in 2 anni (5 anni per gli interventi più onerosi).
Per gli interventi di efficienza energetica delle Pubbliche Amministrazioni, invece, "il provvedimento aiuta a superare le restrizioni fiscali e di bilancio che non hanno finora consentito alle amministrazioni di sfruttare pienamente le potenzialità offerte dal risparmio energetico. I nuovi strumenti daranno dunque un contributo essenziale anche al raggiungimento degli obiettivi europei in termini di riqualificazione energetica degli edifici pubblici, dando a questo settore un ruolo di esempio e guida per il resto dell’economia."
Come funzionerà l’incentivo
I beneficiari dell’incentivo sono le Amministrazioni pubbliche e i soggetti privati (persone fisiche, condomini o soggetti titolari di reddito di impresa). Gli incentivi non valgono per gli impianti installati per coprire gli obblighi di legge per gli edifici nuovi o ristrutturati. Gli interventi incentivati si dividono infatti in due categorie: quelli relativi all’incremento dell’efficienza energetica (isolamento, serramenti e sostituzione degli impianti di riscaldamento con caldaie a condensazione ) varranno solo le Pubbliche Amministrazioni, compensando il fatto che queste ultime non possono accedere al meccanismo delle detrazioni del 55%, e quelli relativi alle rinnovabili termiche (solare termico, caldaie a biomassa, pompe di calore geotermiche e scalda acqua a pompa di calore) che varranno sia per i privati che per le amministrazioni pubbliche.
Gli interventi di incremento dell’efficienza energetica incentivabili per le Amministrazioni pubbliche riguardano i seguenti campi (tra parentesi la durata dell’incentivo, che è in rate annuali costanti):
a)      Isolamento termico di superfici opache delimitanti il volume climatizzato (5 anni);
b)      Sostituzione di chiusure trasparenti comprensive di infissi delimitanti il volume climatizzato (5 anni)
c)       Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti utilizzanti generatori di calore a condensazione (5 anni);
d)      Installazione di sistemi di schermatura e/o ombreggiamento di chiusure trasparenti (5 anni)
Gli interventi incentivabili, sia per le Pubbliche amministrazioni che per i privati,  relativi a impianti di piccole dimensioni per la produzione di energia termica o a sistemi ad alta efficienza sono:
a)      Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti utilizzanti pompe di calore, elettriche o a gas, anche geotermiche (2 anni se la potenza termica utile nominale è minore o uguale a 35 kW, 5 anni se è superiore a 35 kW e inferiore o uguale a 500 kW);
b)      Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale o di riscaldamento di serre con impianti a biomassa (2 anni se la potenza termica utile nominale è minore o uguale a 35 kW, 5 anni se è superiore a 35 kW e inferiore o uguale a 500 kW);
c)       Installazione di collettori solari termici, anche abbinati al solar cooling (2 anni se la superficie solare lorda è minore o uguale a 50 m2, 5 anni se è superiore a 50 m2 e inferiore o uguale a 700 m2);
d)      Sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa di calore (2 anni).
A quanto ammonterà l’incentivo
L’ammontare dell’incentivo dipende dalla tipologia dell’intervento. Il calcolo è infatti il risultato di apposite formule (alcune più semplici, altre complesse) che tengono conto di vari fattori, come la percentuale di spesa incentivabile, i massimali di costo ammissibili, il costo specifico della tecnologia utilizzata, la superficie interessata dall’intervento, la potenza termica dell’impianto, la zona climatica dell’intervento,  appositi coefficienti, ecc.
Per quanto riguarda gli interventi di incremento dell’efficienza energetica. Nel caso dell’isolamento di strutture opache verticali e orizzontali, di sostituzione di chiusure trasparenti e dell’installazione di sistemi di ombreggiamento, l’incentivo annuale è calcolato attraverso una moltiplicazioni di tre fattori. Il primo è la percentuale di spesa incentivabile sul totale delle spese ammissibili (tale percentuale è del 40%). Il secondo è il costo specifico relativo alla tecnologia utilizzata. Il terzo è la superficie in metri quadrati dell’area oggetto dell’intervento. Nel caso di installazione di generatori di calore a condensazione, invece, il calcolo è dato dalla moltiplicazione del 40% della spesa incentivabile ,per il costo specifico, per la somma delle potenze termiche nominali dei generatori installati.
Per quanto riguarda gli interventi relativi alle rinnovabili termiche. Per le pompe di calore l’incentivo annuo è dato dal prodotto del coefficiente di valorizzazione dell’energia prodotta (valore che dipende dal tipo di pompa di calore e dalla sua potenza)  per l’energia termica incentivata (valore a sua volta calcolato sulla base di apposite equazioni). Più semplice il discorso per gli scaldacqua a pompa di calore: l’incentivo è pari al 40% della spesa. Per le caldaie a biomassa invece il calcolo si basa sul prodotto di 4 fattori: coefficiente di valorizzazione, potenza termica dell’impianto, ore di funzionamento stimate, coefficiente premiante relativo alle emissioni di polveri (per le stufe a pellets, a legna e i termocamini, l’equazione è un po’ più complessa). Infine, per il solare termico, l’incentivo si calcola moltiplicando il coefficiente di valorizzazione dell’energia termica per la superficie solare lorda dell’impianto.
Qualche esempio
E’ lo stesso Ministero dello Sviluppo a fornire degli esempi, Ipotizzando degli interventi per un’unità abitativa di 90 m2 a Roma (zona climatica D). L’installazione di una pompa di calore elettrica da 24 kWt di potenza, ipotizzando una spesa di 6.500 euro, darebbe diritto ad un incentivo di 2.772 €, spalmato in 2 anni. Invece, l’installazione di 4 m2 di pannelli solari termici (costo dell’investimento 3.600 euro) darebbe diritto a 1.360 euro, sempre spalmati in due anni.
Si tratta quindi di incentivi inferiori a quelli relativi alle detrazioni fiscali del 55%, ma va detto che hanno il beneficio di essere spalmati in meno anni (2 o 5), invece dei 10 delle detrazioni.
*Centro nazionale per le rinnovabili di Legambiente per greenreport.it