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Una enorme centrale elettrica pulita è proprio sotto i nostri piedi

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Nell’ultimo lavoro di Lester Brown, fondatore e presidente dell’ Earth Policy Institute, “Piano B 4.0. Mobilitarsi per salvare la civiltà” un intero capitolo (il quinto) è dedicato alla geotermia.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

 

Il piano B proposto da Brown si basa su quattro elementi: il primo consiste nella riduzione dell’80% delle emissioni di CO2 entro il 2020; il secondo fattore consiste nel limitare la popolazione mondiale a 8 miliardi di persone; il terzo punto è ridurre la povertà non solo perché <<piaga moralmente inaccettabile>> ma anche perché <<un mondo povero resta insensibile alle sfide ambientali>> e l’ultimo riguarda la salvaguardia dei nostri sistemi di sostegno naturale: i pascoli, le foreste, il suolo, il mare.

Il capitolo sulla geotermia rientra quindi nel primo dei fattori previsti dal piano B, come contributo assieme alle altre energie rinnovabili alla riduzione delle emissioni di CO2.

<<Pochi sanno – scrive Lester Brown- che il calore contenuto nei dieci chilometri più esterni della crosta terrestre equivale a 50 mila volte l’energia di tutte le riserve di petrolio e di gas esistenti.>> e che <<nonostante tale abbondanza, sono sfruttati a livello mondiale solo 10.500 megawatt di capacità generativa geotermica.>>

Perché <<anche a causa del predominio del petrolio, del gas e del carbone, che hanno fornito carburanti economici, omettendone però i costi indiretti dovuti al cambiamento climatico e all’inquinamento atmosferico, sono state investite relativamente poche risorse nello sviluppo della geotermia>>

Mentre invece <<è enorme il potenziale dell’energia geotermica nel riscaldamento residenziale, nella generazione di energia elettrica e nel fornire calore per i processi industriali>>.

E spiega Brown che <<un gruppo interdisciplinare di 13 scienziati e ingegneri, riunito dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) nel 2006, ha valutato>> che << utilizzando le tecnologie più recenti, comprese quelle usate dalle compagnie petrolifere e del gas per la perforazione e l’estrazione assistita di petrolio>> si potrebbe <<sviluppare estesamente il geotermico negli Stati Uniti>>

L’utilizzo della tecnologia cui fa riferimento Brown che <<prevede la trivellazione per raggiungere gli strati rocciosi caldi e fratturarli, l’iniezione all’interno della roccia di acqua in pressione e la successiva estrazione di acqua surriscaldata per alimentare una turbina a vapore>>, secondo il gruppo del MIT <<fornirebbe agli Stati Uniti energia geotermica pari a oltre 2.000 volte il fabbisogno nazionale.>>
<<Benché sia ancora costosa- scrive Brown- questa tecnologia può essere utilizzata praticamente ovunque per convertire calore geotermico in elettricità. L’Australia è, ad oggi, il leader nello sviluppo di impianti pilota che sfruttano questo metodo, seguita da Germania e Francia. Per sfruttare completamente il potenziale statunitense, il gruppo del MIT ha stimato che il governo dovrebbe investire nei prossimi anni più di un miliardo di dollari in ricerca e sviluppo nel geotermico, all’incirca il costo di una grande centrale a carbone>>.

Lester Brown porta in rassegna nel suo capitolo dedicato alla geotermia tutta la capacità generativa presente a livello mondiale, compresa quella presente in Europa e riporta le parole di Werner Bussmann, a capo della German Geothermal Association, che sostiene che <<il geotermico può fornire energia per soddisfare oltre 600 volte la richiesta di elettricità della Germania>>

E quanto sostiene Monique Barbut, capo del Global Environmental Facility, che <<prevede che il numero di paesi che ricavano elettricità dal geotermico aumenterà dai circa 20 dell’inizio del secolo a 50 entro il 2010>>.

Il capitolo si conclude con l’auspicio che <<se i quattro paesi più popolosi che si trovano sull’“anello di fuoco” del Pacifico (Stati Uniti, Giappone, Cina e Indonesia, che insieme hanno circa 2 miliardi di abitanti) volessero investire seriamente nello sviluppo delle loro risorse geotermiche, potrebbero rendere questa forma di energia una delle principali fonti per la produzione di elettricità al mondo. Con un potenziale geo-termoelettrico, stimato per difetto, di 240 mila megawatt soltanto negli Stati Uniti e in Giappone, è facile immaginare un mondo con 200 mila megawatt di elettricità generata dalla geotermia come obiettivo per il Piano B entro il 2020.>>