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UGI, il 3 marzo a Pisa il workshop “Innovazione e sostenibilità per la geotermia del futuro”

Un’occasione importante per rafforzare la connessione della filiera geotermica nazionale con istituzioni, professionisti e cittadini

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Un’occasione importante per rafforzare la connessione della filiera geotermica nazionale con istituzioni, professionisti e cittadini


L’area del CNR di Pisa è pronta ad accogliere, per l’intera giornata del 3 marzo 2023 (dalle ore 9 alle 18), un evento clou per la comunità geotermica italiana: il workshop Innovazione e sostenibilità per la geotermia del futuro, organizzato dall’ente del terzo settore Unione Geotermica Italiana (UGI), in collaborazione col Tavolo Tecnico Geotermia e col patrocinio IGA, EGEC, CNR, AIRU, Piattaforma Geotermia e CNG.

Si tratta di un evento volto ad esplorare lo sviluppo sostenibile della geotermia a media ed alta entalpia, su molteplici fronti – a partire da produzione geotermoelettrica, teleriscaldamento e cogenerazione – e lungo tutto lo Stivale. In Toscana dunque, dove si concentrano tutte le centrali geotermoelettriche al momento attive, ma anche al di fuori dei confini regionali.

Come spiegano da UGI, da una parte il workshop «vuole portare all’attenzione delle Istituzioni (ministeri, regioni, province, comuni), degli stakeholder, dei professionisti, cittadini e della stampa l’elevato livello di professionalità, di innovazione tecnologica della filiera geotermica nazionale per favorire l’interconnessione con le istituzioni, da un lato, e con i cittadini e il territorio dall’altro».

Al contempo, il convegno è pensato per «mettere a conoscenza del pubblico metodologie dirette di indagine profonda (perforazioni), soprattutto in chiave di innovazione tecnologica e sostenibilità per il futuro, ricollegandosi alla ricerca e ai progetti europei ed internazionali».

Si tratta di una prospettiva centrale per lo sviluppo sostenibile del Paese: le risorse geotermiche teoricamente accessibili entro i 5 Km di profondità rappresentano una fonte rinnovabile che sarebbero sufficiente, da sola, a soddisfare il quintuplo dell’intero fabbisogno energetico nazionale.

Eppure anche la geotermia sta soffrendo la decelerazione nell’installazione di nuovi impianti rinnovabili, dato che l’ultima centrale geotermoelettrica entrata in esercizio risale al 2014 (Bagnore 4).

Come mai?

Una parte sostanziale delle motivazioni ha a che fare con le cosiddette sindromi Nimby & Nimto: «Le rinnovabili – evidenzia UGI nel merito – hanno subìto un atteggiamento diffidente verso impianti che, per loro natura, devono essere distribuiti sul territorio, a differenza delle grosse centrali di generazione da fonti fossili».

Come osservano, sempre da UGI, guardando a tutte le fonti rinnovabili, tra «il 2007 e il 2014, l’elettricità immessa in rete ebbe un forte incremento, arrivando al valore di 100 milioni di MWh/anno, doppio di quello su cui eravamo attestati fin dagli anni ‘80. Successivamente, però, ogni progresso si è arrestato. Se dopo il 2014 il ritmo di crescita fosse stato pari a quello dei sette anni precedenti, oggi la metà dell’energia elettrica prodotta in Italia sarebbe da rinnovabili, e avremmo affrontato l’attuale crisi energetica con una ridotta dipendenza dalle importazioni di combustibili», e dunque meno emissioni e bollette più basse.

A crisi energetica in corso, l’auspicio è che adesso le rinnovabili possano tornare a crescere, a partire dalla geotermia: «In totale – dichiarano da Ugi – oggi sono vicini a partire progetti geotermici di privati, diversi da Enel Green Power, per almeno 25 MW di potenza; in grado cioè di immettere in rete con continuità almeno 200mila MWh/anno, che è l’equivalente di quanto sarebbe prodotto discontinuamente da impianti fotovoltaici su una superficie di almeno 150 ettari.

Dunque, l’aspettativa attuale è che gli investimenti in questo settore dell’industria nazionale, piccolo ma strategico, ripartano dopo molti anni di inattività; anche in considerazione dell’imminente emanazione dell’atteso decreto ministeriale FER2”. L’auspicio è che possa finalmente uscire nelle prossime settimane, portando così una novità di rilievo nel workshop pisano.

«La geotermia – concludono da UGI – è una fonte di energia rinnovabile affidabile e continuativa, coltivata con soddisfazione in Italia da oltre un secolo ma largamente al di sotto delle sue reali potenzialità. Potrebbe dare invece un contributo sostanziale alla transizione energetica e soprattutto alla sicurezza energetica, con l’obiettivo di riduzione dell’importazione di gas metano».

Per ulteriori informazioni e per l’iscrizione all’evento:

https://www.unionegeotermica.it/workshop-innovazione-e-sostenibilita-per-la-geotermia-del-futuro/.