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Turismo, Toscana: La Francigena, un patrimonio per l’Unesco

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San Miniato, sei regioni stringono l’alleanza per chiedere il riconoscimento internazionale. Un progetto turistico comune dal Lazio alla Val d’Aosta con la Toscana capofila per rilanciare l’antica strada.

Fonte: Il Tirreno, Culture

Autore: Giacomo Pelfer

A guidare l’operazione sarà proprio la Toscana, forte del lavoro degli ultimi anni e dell’esperienza, già collaudata, che ha permesso nel 2013 l’iscrizione di ville e giardini medicei nell’elenco dei siti Patrimonio dell’Umanità.

Adesso la nostra regione torna a bussare alle porte dell’Unesco, insieme ad una pattuglia composta da altre sei: Liguria, Lazio, Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Val d’Aosta. Obiettivo: iscrivere tra i siti Patrimonio dell’Umanità anche il tracciato italiano della via Francigena. Una sfida lanciata ieri mattina, con la firma di un protocollo d’intesa a San Miniato, storico crocevia di cammini e strade medievali, che per due giorni ha radunato a convegno tutti gli attori coinvolti nella promozione e nello sviluppo del tracciato regionale dell’antica strada. Una due-giorni, tra venerdì e ieri, dal titolo “La Francigena e i cammini”, nella quale le sette regioni toccate dalla secolare strada dei pellegrini si sono impegnate a salvaguardare e promuovere i rispettivi tratti, con un progetto organico finalizzato al riconoscimento Unesco. A fianco della Toscana, scelta per il ruolo di capofila, nascerà un Comitato di coordinamento composto da un referente politico e da un tecnico di ciascuna Regione, mentre l’Associazione europea delle Vie Francigene avrà il compito di stilare la documentazione necessaria e di selezionare il percorso più adatto da candidare all’Unesco. A mettere la propria firma, insieme a quella dell’assessore toscano Monica Barni, sono stati i “colleghi” Cristina Cappellini della Lombardia, Emily Rini della Val d’Aosta, Antonella Parigi per il Piemonte e Andrea Corsini per l’Emilia Romagna, insieme ad Emilio Tapinassi del Ministero dei beni culturali. L’obiettivo, comunque, va molto al di là di un semplice riconoscimento formale. Specie in Toscana, dove la Regione ha deciso da anni di puntare forte sul tracciato della strada medievale: un percorso che taglia l’intero territorio toscano, dal passo della Cisa fino ai piedi dell’Amiata, toccando storie e borghi, chiese e paesaggi, lungo un viaggio fra 39 Comuni che coinvolge anche tante località poco conosciute al grande pubblico. Così, dopo i fondi per la messa in sicurezza del percorso, dopo i cartelli e le staccionate arrivate un po’ dovunque, si apre ora la fase due dell’operazione Francigena: «Lavorare per farla uscire dalla nicchia», ha detto il direttore di Toscana Promozione, Alberto Peruzzini. La sfida è costruire «un prodotto turistico – ha aggiunto l’assessore regionale Stefano Ciuoffo – che ancora va definito sotto tanti aspetti». A cominciare dall’ospitalità: sono circa 400 gli ostelli nati in Toscana lungo la Francigena, molti proprio grazie ai fondi della Regione, ma il passo successivo sarà quello di costituire una “rete dell’accoglienza”, cercando anche accordi con la Conferenza episcopale per l’uso gratuito di strutture inutilizzate. Altro passo, poi, sarà un protocollo dedicato al mondo delle associazioni e del terzo settore, per avere una fotografia completa di ciò che esiste e che avviene lungo il tracciato, in modo da creare un luogo e uno strumento che metta queste informazioni a disposizione di tutti. Perché valorizzare la Francigena toscana significa anche conferirgli una sua identità, chiamando a raccolta gli attori che operano lungo il suo percorso, privati compresi. Il risultato, alla fine, dovrà essere un prodotto conosciuto e riconoscibile, candidato a diventare la spina dorsale di una nuova offerta turistica legata ai grandi percorsi pedonali e ciclabili della regione. Un’opportunità concreta di sviluppo e lavoro, come dimostrano anche i primi dati raccolti dall’Enit (l’Agenzia nazionale per il turismo). Tra il 2000-2015, ad esempio, la Francigena è stata una delle aree a maggior espansione. Escludendo dall’analisi i Comuni già interessati dal turismo di massa, si scopre che nello stesso periodo le presenze sono aumentate del 42%, mentre la crescita di posti letto raggiunge il 72% contro una media regionale del 39. «Un successo sicuro – secondo Massimo Tedeschi, presidente dell’Associazione delle Vie Francigene – a patto che pubblico e privato riescano a camminare insieme».