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Turismo a Santa Fiora: La Fiaccolata del 30 Dicembre 2016

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Tutti pronti ad aspettar il 30 Dicembre, è un’antica tradizione natalizia appartenente alle Feste del Fuoco e del Sole Nascente.

Fonte: UTC Santa Fiora

Autore: UTC Santa Fiora

Le sue origini risalgono all’epoca medievale quando le fiaccole, allestite come nella forma attuale, venivano costruite da tutte le famiglie per illuminare i sentieri, che conducevano alla Pieve, allora fuori dalle mura, in occasione della Messa di Mezzanotte della Vigilia di Natale. Le fiaccole venivano e vengono realizzate con pali di castagno dell’altezza di circa due metri, tagliati, incastrati e rivestiti di scope secche pronte per ardere, precedentemente raccolte nel bosco seccate nei caratteristici seccatoi. I significati della vecchia consuetudine, oltre a quelli specifici ed usuali del fuoco simbolo del sole, di fertilità ed elemento di purificazione, assumono col tempo caratteri di un vero e proprio rituale di iniziazione e vede protagonisti soprattutto i ragazzi, che facevano girare la fiaccola portandola in spalla , aiutati e protetti dalla guida di un adulto, di solito il padre o il nonno. L’uso di agitarle tutt’intorno è quindi da interpretarsi con con lo scopo di neutralizzare le streghe, le insidie, presenti nell’aria e più in generale nella vita di ognuno. La tradizione si è svolta un tempo in modo interrotto fino agli anni 50, la sera della vigilia di Natale con corse spontanee per il paese da parte di ogni ragazzo, che usciva di casa e faceva girare la sua fiaccola, mentre i più grandi usavano di portare a mò di barella un fiaccolone, fino a che gli avanzi di tutte le torce andavano a formare un falò comune di fronte alla Pieve prima della messa di mezzanotte. Oggi dal 1977 il 30 Dicembre, dopo un attento lavoro di ricerca da parte del circolo culturale “La Melangula”, consiste in un corteo di fiaccole ardenti, che si snoda , secondo le gestualità e le forme espressive originali, dalla piazza principale del paese e per le strette strade dei vicoli degli antichi terzieri Castello, Borgo e Montecatino, tutti corredati delle caratteristiche Carboniere, fino a confluire sotto il Portone di Palazzo Sforza, dove la distribuzione della tipica polenta dolce, preparata con la farina di castagne, diventa pasto collettivo e quindi completamento indispensabile ad occasione di festa che risponde al bisogno di ricomporre la comunità umana attorno ai valori radicati nel territorio e nella coscienza popolare, con quel margine di protesta e di potenziale alternativa alla civiltà in crisi insiti in essi e che costituiscono la risorsa più evidente di un corretto recupero e riproposta delle tradizioni popolari.

M.A
Ufficio Turistico Santa Fiora