Home Cosvig Trivellazioni per fonti fossili? Meglio prospezioni geotermiche!

Trivellazioni per fonti fossili? Meglio prospezioni geotermiche!

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La Sicilia risponde ad Eni che anziché in fonti fossili è meglio investire in ricerche geotermiche, in Svizzera ricercano entrambe e in Toscana arrivano nuove società a farlo.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

C’è un no secco della Regione Sicilia alla realizzazione di un progetto che prevede tre piattaforme e tre pozzi di metano nel Canale di Sicilia. Una posizione sostenuta dall’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Giovanni Roberto Di Mauro e condivisa da tutta la giunta di Raffaele Lombardo. Che ha avuto anche l’avallo da parte di Vera Greco, componente della Commissione Nazionale per Valutazione dell’Impatto Ambientale, in rappresentanza della Regione Sicilia.

La giunta regionale siciliana ha quindi approvato una delibera in cui si esprime “una chiara e netta contrarietà al rilascio di permessi di ricerca nel territorio della Regione siciliana ai sensi della legge del 21 luglio 1967, n. 613, già presentati al Ministero dello Sviluppo economico e di eventuali altre richieste future”. La richiesta è giunta da parte di Eni cui la Regione Sicilia ha proposto invece di destinare le risorse previste per i pozzi e le piattaforme alla ricerca nell’ambito dell’energia geotermica di cui la Sicilia è ricca e che potrebbe fornire molta energia pulita senza mettere a rischio la biodiversità del Canale di Sicilia, uno dei mari più pescosi d’Europa. E prende come esempio le opportunità economiche che sono derivate dalle esperienze già fatte in Toscana dove oltre a sviluppare la ricerca produce un quantitativo notevole di energia pulita.

Intanto la società ticinese AET con il progetto Tigeo intende esaminare il sottosuolo del Canton Ticino per individuare la presenza di risorse naturali o di depositi per lo stoccaggio di gas e per meglio comprendere le condizioni geotermiche del sottosuolo.

L’Azienda elettrica ticinese (AET) avvierà, infatti, quest’autunno una prospezione del sottosuolo nel Mendrisiotto alla ricerca di giacimenti di fonti energetiche e valuterà anche le possibilità di sfruttamento dell’energia geotermica.

La prima fase consiste nella verifica di una “linea test” che si estende dall’Alpe di Brusino (sul Serpiano) a Pedrinate (Chiasso), passando attraverso le località di Meride, Tremona, Besazio, Rancate, Mendrisio, Genestrerio, Novazzano e Seseglio. In particolare si andrà alla ricerca di idrocarburi (petrolio, gas), risorse geotermiche, acqua termale ma anche di possibili depositi naturali per immagazzinare gas metano e CO2.  Se i sondaggi della “linea test” daranno risultati incoraggianti, seguirà la campagna principale su un’area più vasta nel Mendrisiotto. AET dispone dell’autorizzazione esclusiva rilasciata per cinque anni dallo Stato del Cantone Ticino nel 2009: il permesso concerne l’esecuzione di sondaggi ed esclude lo sfruttamento del sottosuolo che necessiterebbe di una nuova autorizzazione.

Intanto in Toscana, in particolare in provincia di Grosseto è stata presentata un’istanza, da parte della Magma Energy Italia (una società che ha sede a Vancouver, in Canada) per un permesso di ricerca delle risorse geotermiche. Lo studio della valutazione d’impatto ambientale interessa una decina di comuni: Chiusdino, Monticiano, Gavorrano, Massa Marittima, Montieri, Roccastrada, Civitella e Grosseto.

Il progetto, che ha già ottenuto il benestare da parte della Regione, prevede l’accertamento della presenza nel sottosuolo di serbatoi geotermici tramite l’esecuzione di specifiche prospezioni di superficie. Ma l’eventuale perforazione di pozzi esplorativi profondi sarà oggetto di una nuova istanza e della relativa autorizzazione.