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Stabili verso l’alto le emissioni di Co2 nella città italiane

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E’ quanto emerge dal rapporto Cittalia 2010 di Anci che evidenzia quanto l’attuazione delle misure previste dal patto dei sindaci si conferma un valido strumento per raggiungere gli obiettivi di riduzione previsti al 2020.

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

 

L’impronta procapite delle emissioni di carbonio dei cittadini residenti nelle 15 principali città italiane non è calata negli ultimi dieci anni ma è, anzi, è in leggero aumento.

Una situazione di sostanziale immobilità è quindi quella che descrive "Cittalia 2010", l’ultimo rapporto curato dal centro studi dell’Anci, che concentra l’attenzione sull’impatto ambientale generato dai comportamenti dei cittadini delle quindici città metropolitane italiane in termini di CO2: sono calate leggermente le emissioni legate alla mobilità privata mentre pesano, invece, ancora troppo quelle nel settore residenziale.

Nelle città prese in esame – Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Trieste, Torino e Venezia- è stato calcolato l’impatto ambientale dei cittadini misurato in termini di CO2 immessa nell’ambiente, considerando i consumi elettrici e domestici, quelli di gas, la produzione e il trattamento dei rifiuti (valutati in termini di CO2 generata dalle sole operazioni di incenerimento) e il trasporto privato di persone (tramite autoveicoli e ciclomotori, escluso, quindi, il trasporto pubblico).

Sono state invece tralasciate le attività di consumo del cittadino di beni deperibili (alimenti ad esempio) ed altri beni di consumo (prodotti per la casa, per l’igiene personale, ecc.), i trasporti pubblici e gli usi idrici, per la mancanza di dati puntuali e la scarsa attendibilità di stime disponibili.

In media le emissioni procapite degli abitanti delle 15 città censite (il 16% della popolazione italiana) sono aumentate dell’1,9%, anziché calare (anche se l’andamento è difforme: si va dalla riduzione dell’11% di Milano o dell’8% di Napoli, agli incrementi di altre città: Firenze +19,3%, Reggio Calabria +15,7% e Trieste +10,3%.

Il valore medio dell’impronta carbonica dei cittadini residenti nelle città metropolitane è risultato pari a 1.804 kg di Co2.

Stanno sopra i residenti di Roma dove nel 2009, si è registrato un valore procapite pari a 2.406 kg di CO2; Torino (con 2.303 kg per residente), Firenze (2.296 kg pro capite), Bologna (2.284 kg pro capite) e Trieste (2.215 kg). Milano con 1.842 kg di CO2 emessa da ciascun residente si colloca poco al di sopra della media.

Napoli è invece la città in cui i cittadini hanno meno emissioni (1.303 kg pro capite), anche se è tra le città del Sud che si è rilevato un incremento diffuso delle emissioni pro capite, mentre è più differenziato tra le città del centro nord.

Il trend rilevato pone quasi tutte le aree metropolitane del centro nord al di sopra del valore medio, mentre tutte le aree del Mezzogiorno sono al di sotto, da cui si evince quanto il contributo del riscaldamento domestico pesi in termini di emissioni di CO2.

 

Tra tutte le fonti di emissioni di CO2 complessivamente generate dal cittadino l’uso del gas è, infatti, quello che pesa maggiormente (37,7%), con un valore stabile rispetto al 2000 (37,8%); in alcune città del Nord e dove il patrimonio edilizio è più datato, arriva anche a superare il 50% .

Seguono il trasporto privato urbano (31,2%, in calo di poco meno di 2 punti percentuali), i consumi elettrici (30,8%), e, in via residuale, la combustione dei rifiuti (0,3%).

L’incidenza delle emissioni di CO2 dei trasporti privati è in media più consistente a Sud rispetto al Nord: a Roma il trasporto privato dei cittadini contribuisce per il 40% alle emissioni di CO2.

Il trend di miglioramento è comunque assai scarso e le uniche città in cui almeno il 10% della popolazione usa stabilmente le due ruote per spostarsi risultano Milano e Bologna.

 

Il comparto residenziale nei soli usi elettrici e di gas, comunque, supera di gran lunga le emissioni legate alla mobilità privata del cittadino; e ciò è tanto più vero se si considera l’elevata età media delle abitazioni che caratterizza soprattutto i centri urbani di più grandi dimensioni caratterizzato da una efficienza energetica assai limitata.

Il rapporto ha poi calcolato il costo di queste emissioni procapite, per mettere in evidenza l’entità in termini di esternalità negative per la collettività.

Il calcolo è stato fatto a partire dal prezzo di mercato della CO2 che rapportato alle emissioni prodotte da ogni cittadino porta ad un costo medio delle emissioni pro-capite di circa 30 euro.

Mediamente, nel 2009, la città con i maggiori costi relativi alle emissioni di CO2 del cittadino è, quindi, Roma (con oltre 92,6 milioni di euro); seguono Milano (33,8 milioni di euro) e Torino (poco meno di 30 milioni di euro).

Reggio Calabria e Cagliari presentano, invece, i minori costi legati alle emissioni del cittadino, rispettivamente con 3,5 e 2,95 milioni di euro.

Cifre enormi che nel rapporto, per poterne meglio stigmatizzare il valore non solo monetario ma anche in relazione all’impatto sulla salute, vengono messe a confronto con l’estensione boschiva che sarebbe necessario mettere a disposizione di ogni cittadino per neutralizzare le emissioni da lui prodotte e che per un abitante romano sarebbe pari a due campi di calcio.

Una situazione che pone l’evidenza di come il Patto dei Sindaci, l’iniziativa volontaria promossa dalla Commissione europea per coinvolgere attivamente le città dei paesi membri al raggiungimento degli obiettivi che l’Ue si è data per il 2020, potrebbe essere uno strumento utile a ridurre l’impronta carbonica dei cittadini.

Il Patto dei sindaci presuppone, infatti, l’impegno da parte di chi lo ha sottoscritto a predisporre un Piano d’Azione con l’obiettivo di ridurre oltre il 20% le proprie emissioni di gas serra attraverso politiche e misure locali volte ad aumentare il ricorso alle energie rinnovabili, migliorare l’efficienza energetica e ad attuare programmi specifici sul risparmio energetico e l’uso razionale dell’energia.

 

Il Patto, nelle aree geotermiche, si avvale della partnership del Distretto delle Energie Rinnovabili che è fortemente impegnato a promuovere la conoscenza e l’adesione presso i propri Comuni, offrendo altresì un eventuale supporto tecnico, finanziario e di ricerca di opportunità nella redazione dei Piani di Azione.