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Smith: udienza in San Pietro

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Consegneranno una lettera in cui spiegano la loro battaglia e indosseranno magliette bianche. Intanto ieri i 106 lavoratori in “cassa” hanno sbrigato le formalità con l’azienda

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Cecina

Autore: Andreas Quirici

La speranza è quella di incontrare davvero Papa Francesco. Ma anche se non riuscissero a ottenere un colloquio privato col Pontefice, la partecipazione all’udienza in Vaticano di stamani per gli operai della Smith Bits è comunque un momento molto significativo della loro vicenda. «Sarà un’emozione anche solo essere presenti al discorso di uno dei personaggi più influenti e importanti della recente storia del mondo», spiega Alessio Ticciati, uno degli ex lavoratori che ha partecipato all’organizzazione del viaggio. Intanto, ieri, i 106 che erano stati messi in cassa integrazione e che hanno preferito firmare per entrare in mobilità volontaria, ricevendo la buonuscita da 50mila euro lordi, hanno compiuto l’ultimo atto nella fabbrica di Saline, incontrando esponenti dell’azienda, dell’Unione industriale pisana e i sindacati per sbrigare le formalità. In 8 resteranno legati alla Smith Bits e rimarranno in cassa integrazione straordinaria per un anno, venendo utilizzati a rotazione con i compagni inclusi nella produzione. Dei 78 rientrati nei piani produttivi della multinazionale, però, sei hanno scelto di abbandonare comunque la nave, imboccando la strada della mobilità volontaria e prendendo la buonuscita. «Vedere lo stabilimento semi deserto – aggiunge Ticciati – ci ha fatto venire il nodo in gola. È una cosa deprimente». L’attenzione di tutti, però, è concentrata sui 70 che andranno a Roma oggi. Partenza alle 6,30 dalla stazione ferroviaria di Cecina e arrivo entro le 9,30 a Città del Vaticano, dove saranno attesi da un vescovo, in contatto con la diocesi di Volterra che ha contribuito non poco a questa trasferta, per essere portati in piazza San Pietro. I lavoratori della Smith indosseranno le magliette bianche con la scritta “No alla chiusura della Smith Bits”, ormai diventate uno dei simboli della battaglia. Ma hanno preparato anche una lettera da consegnare al Papa, in cui si denuncia la prepotenza delle multinazionali che sfruttano i territori per poi lasciare il deserto dietro di loro al momento che decidono di andarsene. Nella stessa lettera si ricapitola la vicenda che ha portato alla riduzione di personale da 193 a 78 lavoratori, sperando di ottenere una parola di conforto da Bergoglio. «Ormai è tardi per cambiare la nostra situazione – ammette Ticciati – ma crediamo fermamente che l’opportunità di essere davanti al Pontefice possa servire per il futuro del nostro Paese».