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Smith, si riaccende la speranza

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Nessuna previsione, al momento, di chiusura collettiva per la fabbrica degli scalpelli: all’interno del pacchetto di due mesi previsti di cassa integrazione ordinaria, la programmazione sarà rivista e corretta ogni due settimane, «così da permettere – spiega il delegato Rsu Andrea Pdagni – di portare in fondo alcune produzioni.

Fonte: La Nazione, Cronaca di Pisa

Autore: Ilenia Pistolesi

Dall’incontro avuto con l’azienda all’Unione Industriali di Pisa è emerso che la fabbrica, rispetto ai volumi produttivi dei mesi di settembre ed ottobre, che si sono attestati su cinque scalpelli al giorno, naviga verso un equilibrio. Ovvio che, nel momento in cui le richieste torneranno a viaggiare su questi numeri, si potranno scongiurare altri tagli o ridimensionamenti».
LA NUOVA CRISI che sta investendo il colosso mondiale Schlumberger è stata dunque al centro del faccia a faccia di ieri mattina fra l’azienda (rappresentata dal capo del personale Mauro Marchi) e le sigle sindacali. In soldoni, siamo di fronte ad una sfiancante guerra che si sta combattendo sul terreno dei prezzi dell’oro nero: in primis, ecco le politiche dettate dall’Arabia Saudita, che continuano a mettere sotto scacco gli States. Giusto per fare un esempio, per la fine dell’anno, le prospettive, assai cupe, parlano di due milioni di barili in meno al giorno. Metteteci poi le corse sfrenate dei paesi emergenti, che hanno ridotto i consumi, le politiche delle compagnie di perforazione che, per compensare il prezzo al ribasso, hanno cercato di produrre di più, e la crisi è servita. Il quadro generale, insomma, porta a pensare che si tratti dell’ennesima congiuntura negativa che mette nuovamente i bastoni fra le ruote al giro di affari del mercato del mercato del greggio e fa così collassare le produzioni. Situazioni che la fabbrica di via Traversa, ha vissuto, nel corso degli anni, in maniera piuttosto ciclica. Da parte dell’azienda, comunque, regna un relativo ottimismo. La situazione, infatti, dovrebbe essere solamente temporanea.
NELL’ATTESA che il mercato torni a sorridere. Nulla a che vedere, o almeno questa è un po’ la sensazione che prevale, con la mazzata piovuta durante la scorsa estate, quando il colosso mondiale con quartier generale in Texas ha messo alla porta 114 dipendenti della fabbrica salinese. Le speranze, ora, si stanno concentrando soprattutto su Enel, l’unica azienda che, durante l’incontro al Mise dello scorso 22 ottobre, si è dichiarata disponibile ad esplorare le possibilità per supportare la nascita di attività imprenditoriali di assistenza e manutenzione correlate al settore geotermico. Il cammino, comunque, non sarà certo in discesa.