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Smith Bits, i sindacati chiedono la rotazione della cassa integrazione

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Ulteriore confronto nella sede dell’Assindustria pisana. È stato anche proposto di rendere netta la buonuscita

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Livorno

Autore: Andreas Quirici

Aumento della buonuscita, rotazione tra i dipendenti in cassa integrazione e potere di andarsene dalla fabbrica senza nessun vincolo nei confronti dell’azienda. Queste le indicazioni poste dai sindacati a Smith Bits, nell’incontro di ieri alla Confindustria pisana. Un appuntamento atteso per conoscere qualche dettaglio in più da parte della multinazionale rispetto al piano industriale solo abbozzato nella riunione al Ministero dello Sviluppo Economico. Invece, il capo del personale, Mauro Marchi (l’amministratore delegato, Giuseppe Muzzi, era assente) si è limitato a ribadire quanto già detto dal suo superiore a Roma: 78 al lavoro, 115 in cassa integrazione, corsi di formazione per la ricollocazione e buonuscita da 40mila euro lordi per la mobilità volontaria. Difficile considerare questo un piano industriale, visto che mancano le voci “investimenti”, “programmazione”, “progettazione di nuovi prodotti” e, soprattutto, “strategie per il futuro”. È difficile dare torto a chi vede nero e giudica estremamente al ribasso i termini di un accordo che vivrà il suo secondo appuntamento martedì prossimo, ancora nella sede dell’Unione industriale pisana, sede deputata a limare le differenze fra le parti per poi ratificare il tutto in Provincia a Pisa. Marchi ha preso nota delle richieste avanzate dai rappresentanti dei lavoratori e ne dovrà rendere conto a Muzzi per poi riferire di nuovo tra una settimana. Unica concessione, quella di coprire con le ferie quelle nove giornate di “messa in libertà”, visto che l’Inps non può considerarle per una eventuale cassa integrazione. «All’azienda abbiamo chiesto prima di tutto di creare una rotazione nei settori dov’è possibile – racconta Andrea Pagni, membro della Rsu e presente alla riunione insieme al collega Luciano Soldi, al segretario regionale di Fiom Cgil, Massimo Braccini, al segretario provinciale di Fiom, Marcello Franchi, e a Claudio Garzotto, segretario provinciale di Fim-Cisl –. Crediamo sia giusto e doveroso, perché i 94 che sono rientrati al lavoro e i 78 che rimarranno dal 25 luglio in poi sono stati scelti dalla stessa Smith. Ma ci sono ambiti in cui è possibile ruotare il personale, permettendo a quante più persone di avere una busta paga decente. Fra i 950 euro di cassa integrazione e i 1.500 euro di stipendio medio c’è una bella differenza». Altra richiesta è stata quella di rendere netti i 40mila euro offerti dall’azienda come buonuscita, aggiungendo quindi il 23% di tasse. E poi, anche la possibilità di lasciare la fabbrica indipendentemente dalle necessità di Smith. «Una richiesta doverosa – riprende Pagni – perché Muzzi aveva detto a Roma di concedere la buonuscita solo ai dipendenti di cui non aveva più bisogno. E questo è, secondo noi, inaccettabile