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«Rinnovabili, incentivi alle imprese più efficienti»

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Molinari (Metaenergia): va sostenuta la ricerca, serve una nuova filiera italiana

Fonte: Corriere della Sera

Autore: Antonella Baccaro

Il decreto sblocca Italia è diventato legge tra le contestazioni di chi pensa che le semplificazioni introdotte si tradurranno in un attacco al territorio.
Che ne pensa, Maurizio Molinari, presidente di Metaenergia che opera nel settore delle rinnovabili?
«Lo sblocca Italia contiene un principio molto sano: conferisce al governo centrale capacità decisionale per garantire interessi nazionali anche in un settore strategico come le infrastrutture energetiche. In questo modo, attraverso un nuovo iter legislativo, determina tempi certi per autorizzazioni e realizzazioni. In futuro sarà più facile investire e far partire la ripresa».
Intanto gli investimenti in rinnovabili nei primi nove mesi del 2014 passano in Italia da un miliardo di dollari a soli 262 milioni, in confronto allo stesso periodo del 2013.
«Le energie rinnovabili hanno rappresentato nell’ultimo quinquennio il settore nel quale si è più investito a livello europeo e soprattutto in Italia con il sostegno dello Stato. Ora si deve procedere a una rimodulazione degli incentivi al fine di alleggerire i costi derivanti dagli oneri alle famiglie e alle imprese».
Come andrebbero rimodulati gli incentivi?
«Applicando un principio di efficienza degli impianti installati, premiando e parametrando le eventuali nuove fonti di incentivazione. Ad esempio, considerata la non totale programmabilità della produzione di energia per mancanza di tecnologie idonee, l’utilizzo delle fonti fossili è supporto necessario alla crescita di impianti green. Quindi piuttosto che incentivare la semplice installazione delle rinnovabili, bisognerebbe sostenere la ricerca per impianti caratterizzati da una buona innovazione tecnologica, idonea a creare una nuova filiera italiana».
Per questo ci vorrebbe una politica energetica.
«Non c’è dubbio».
Il basso prezzo dell’elettricità rappresenta un ostacolo alla realizzazione di nuovi impianti?
«No, il vero limite finora è stata la lungaggine degli iter burocratici e l’incertezza nell’ottenimento delle autorizzazioni».
Consiglierebbe a un investitore straniero di puntare sull’Italia a questo punto?
«Consiglierei soprattutto ai nostri imprenditori di credere nelle nostre potenzialità e nei giovani, ritrovando il piacere di essere italiani, contribuendo concretamente a migliorare il nostro Paese con un ritrovato ottimismo e soprattutto con convinzione nel futuro».